Il leader di Italia Viva, ospite di Giletti a 'Non è l'Arena', parla della crisi in vista del voto di martedì al Senato
"I numeri non ci sono". Lo dice Matteo Renzi, ospite di 'Non è l'Arena' su La7, in vista del voto di martedì al Senato dopo l'apertura della crisi di governo. "Perché non mi sono fermato? La nuova bozza del Recovery ancora non va bene" e ci sono "degli autorevoli ministri che non l'hanno nemmeno letta", risponde Renzi, secondo il quale "l'osso del collo lo sta rischiando l'Italia, non lo sto rischiando io".
Quello che sta accadendo "non è lo scontro tra due ego, se martedì dovessero andar male le cose io continuerò a stare al posto mio". La crisi "ora, in piena pandemia, perché è ora che si gioca il futuro dell'Italia dei prossimi 20 anni, l'occasione di spendere quasi 300 miliardi e ora o mai più. A me sta a cuore spendere bene i soldi ora perché i debiti graveranno sui nostri figli, sui nostri nipoti".
"Le hanno offerto il ministero degli Esteri?", domanda il conduttore Massimo Giletti. "Lei è un bravo giornalista, quasi mai dice balle...", glissa Renzi con un sorriso, ma tra le righe lascia intendere che quell'offerta l'ha ricevuta.
Poi, di fronte al giornalista che incalza sul tema, "qui non parliamo di singoli ministeri - taglia corto Renzi - quando c'è da rifare un governo. Su via...".
"Ho avuto il coraggio che loro non hanno avuto", ribadisce il leader di Italia Viva raccontando di un ministro del Pd, di cui non fa il nome, che lo aveva messo in guardia dalla "grande ondata di odio che mi sarebbe venuta addosso", riportando, inoltre, le varie dichiarazioni di big dei dem che attaccavano l'esecutivo per la sua "lentezza".
E sulla crisi aggiunge: "Noi siamo pronti a discutere anche domattina, purché si parta dalle cose da fare".