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Crisi governo

Conte, come sarà il discorso in aula

Il premier lavora al suo intervento da casa: è la partita più importante per la sopravvivenza del suo governo e per il suo futuro politico. Nessun accenno a Renzi, parlerà al paese

Foto Fotogramma
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17 gennaio 2021 | 20.20
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E' il discorso più difficile, probabilmente lo è ancor più di quello che pronunciò in Aula al Senato il 20 agosto 2019, Matteo Salvini seduto di fianco dopo lo schiaffo del Papeete da vendicare sugli scranni. Allora Giuseppe Conte, diventato premier a sorpresa e autoproclamatosi 'avvocato del popolo', non aveva nulla da perdere, o quasi. La fine era segnata, obiettivo uscirne al meglio e condannare Matteo Salvini all'irrilevanza politica. Oggi, un anno e cinque mesi dopo, il presidente del Consiglio gioca la partita più importante, per la sopravvivenza del suo governo e per il suo personale futuro politico, se davvero ha deciso, come sembra, di averne uno.

NESSUN ACCENNO A RENZI

Su Matteo Renzi, nel discorso che sta scrivendo in queste ore dal suo appartamento e che non ha ancora inviato ai suoi più stretti collaboratori, nessun accenno, nessuna nota polemica. Se ci saranno, bisognerà saperle cogliere tra le righe delle sue parole. Che chiameranno al bene del Paese, al dramma dell’emergenza sanitaria e alla grande prova data dagli italiani in questo anno alle prese con una pandemia che non indietreggia ma avanza a grandi falcate.

Quindi la crisi economica e la responsabilità di dare risposte immediate in continuità con il piano vaccini - che vede per una volta l'Italia prima della classe e non fanalino di coda - e sul fronte ristori e sostegno alle categorie più colpite, che attendono altri segnali dal mondo della politica. Un inquadramento, in sostanza, dal quale emerge l’irresponsabilità di una crisi al buio in questo preciso momento storico, con tutte le sfide, anche internazionali, che attendono l'Italia nei prossimi mesi.

Un discorso emozionale, che sappia colpire chi in queste ore tentenna, mentre il pallottoliere vede i numeri fermi tra 155 e 158 al Senato. Potrebbero salire, ma potrebbero anche scendere, perché "è difficile avere la fredda certezza numerica quando hai a che fare con la volubilità umana", confida chi gli è più vicino. Un discorso "alto, che parlerà al Paese e al Parlamento". Imperniato sulla trasparenza, sul perimetro dell'interesse dei cittadini. Su quel concetto di nuovo Umanesimo più volte toccato da Conte in questo anno e mezzo di governo.

L'IMPORTANZA DELL'EUROPA

Il premier si soffermerà sull’importanza dell’Europa, un'Europa a cui la pandemia ha impresso un nuovo passo, e del ruolo che sta ricoprendo in questa fase, sia nel presente che in prospettiva. Uno dei temi, viene fatto notare, che potrebbe essere un potenziale trait d’union per diversi parlamentari.

E poi, guardando al futuro, il Recovery plan come occasione storica, un'occasione da non perdere per i giovani, per le 'next generation' che proprio venerdì scorso hanno proiettato il loro messaggio di speranza sulla facciata di Palazzo Chigi, oggetto della campagna 'Uno non basta'. Dunque lo sviluppo sostenibile e la transizione verde, la digitalizzazione, la ricerca, la scuola e l'università, ovvero temi assai cari a Conte.

E ancora i passi necessari per dare una spinta decisiva al paese, quella spinta che l'Italia attende da anni ma che è diventata ancor più urgente dopo i danni di una pandemia che ha falcidiato il tessuto economico e sociale del Paese. Le riforme del fisco, della giustizia e quella altrettanto cruciale della Pubblica amministrazione come sfide necessarie e imperdibili.

Quindi gli appuntamenti che attendono l'Italia, il G20, il Cop26 che ci vede protagonisti, il G7, senza tralasciare la credibilità di vedere un paese in crisi o destinato al voto durante eventi che rendono l'Italia centro nevralgico dell'Ue.

E' facile che il presidente torni poi sul patto di legislatura, per un'accelerazione all'azione dell'esecutivo che da mesi ormai chiedono gli alleati di governo a gran voce e che potrebbe aprire un dialogo anche con chi, in queste ore ma anche nelle prossime settimane se si dovesse andare, come sembra, a un governo di minoranza, potrebbe aprire la porta alla maggioranza puntellandola. Per ora una speranza ridotta al lumicino, visto che la strada dei 'costruttori' sembra ormai essere evaporata, ferma su un binario morto.

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