Il professore di sistemi energetici all'università Guglielmo Marconi, Fabio Orecchini: "Consumatore deve informarsi ma chi produce deve metterlo nelle condizioni di fare una scelta consapevole"
''Chi acquista un'auto elettrica deve essere consapevole dei suoi limiti e quindi deve informarsi. Ma anche chi produce questi mezzi deve mettere il consumatore nelle condizioni di fare una scelta consapevole''. In molti ''sono abituati alle auto a combustione e danno per scontato che debbano funzionare tutte nello stesso modo''. Lo afferma il professore di sistemi energetici all'università Guglielmo Marconi, Fabio Orecchini, parlando con l'Adnkronos di quanto accaduto a Chicago, dove diversi proprietari di Tesla hanno difficoltà a ricaricare i propri mezzi. ''Un problema è che alcune persone vanno ai supercharger come andassero alla pompa di benzina, non è la stessa cosa'', avverte.
Secondo Orecchini ''il consumatore tendenzialmente ha ragione, ha delle aspettative, e chi vende dovrebbe spiegare bene come stanno le cose. Poi però una cosa che so bene è che le persone spesso non sanno di cosa hanno veramente bisogno quando comprano un'auto''. Da una parte serve quindi ''una nuova maturità da parte del consumatore, che deve informarsi e chiedere su una tecnologia nuova, che ha dei grandi pregi ma anche limiti'' per evitare di ''acquistare con leggerezza una tecnologia che non conosce''. Ma dall'altra parte anche le aziende ''devono spiegare bene che tipo di prodotto vendono''.
''La lezione di Chicago è che Tesla probabilmente dovrebbe essere più chiara sul comportamento delle sue tecnologie nel freddo estremo, sia delle auto sia dei caricatori'', osserva il professore. ''L'elettrico, come la stragrande maggioranza delle tecnologie, a temperature molto rigide soffre per vari motivi. Più in generale tutte le tecnologie soffrono, anche i motori a combustione interna possono non partire''.
Orecchini spiega che quanto accaduto negli Stati Uniti può dipendere da due problemi: ''il primo sono i punti di ricarica e il secondo è il funzionamento dell'auto. In entrambi i casi un freddo di quel genere può provocare situazioni molto critiche''. Ma l'auto elettrica, spiega il Orecchini, ''ha anche una serie di difese rispetto al freddo, la batteria funziona bene a temperature simili a quelle in cui sta bene una persona e ha bisogno quindi di alcune precauzioni: ha il preriscaldamento che la prepara alla ricarica e ha un sistema di mantenimento della temperatura che anche da fermo non fa mai scendere le batterie a temperature troppo basse, che però prevede il collegamento ad un punto di ricarica. Quindi anche in una città come Chicago, dove le temperature in alcuni periodi dell'anno sono molto rigide, se l'auto è collegata alla ricarica ha un sistema di difesa per riscaldarsi''.
La verità, secondo il professore, è che ''l'auto elettrica è un'eccellente soluzione da un punto di vista ambientale e di utilizzo, se si hanno le condizioni per utilizzarla al meglio. Se invece ci si distanzia da queste condizioni le performance diventano viva via meno soddisfacenti''. Quindi la soluzione, per evitare che nel futuro si ripetano situazione come quella che si sta verificando negli Stati Uniti, è ''un periodo di apprendimento''. Inoltre ''con le nuove tecnologie in arrivo, nel prossimi 5-10 anni, le prestazioni saranno molto migliori in ricarica, autonomia e stabilità''.