Pd: "Maggioranza in linea con Polonia e Ungheria, ristretto l'ambito dei diritti. Due milioni di minori privi di tutela"
La Commissione Politiche europee al Senato ha votato a favore della risoluzione di maggioranza, presentata di Fratelli d'Italia, sulla proposta di regolamento Ue sul riconoscimento dei figli anche da genitori dello stesso sesso, in vista di un certificato europeo di filiazione. La quarta commissione, presieduta dal meloniano Giulio Terzi di Sant'Agata, ha invece precluso le risoluzioni presentate da Pd, M5S e Terzo Polo. La risoluzione approvata è contraria alla indicazione Ue.
Nella risoluzione votata in quarta commissione si legge che "si ritiene di esprimere un parere motivato ai sensi dell’articolo 6 del protocollo n. 2 allegato ai Trattati europei, poiché alcune disposizioni contenute nella proposta, e in particolare l’obbligo di riconoscimento (e di conseguente trascrizione) di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico, emessi da un altro Stato membro, che attestano la filiazione, e l’obbligo di riconoscimento del certificato europeo di filiazione, non rispettano i principi di sussidiarietà e di proporzionalità".
"La proposta" europea "non rispetta i principi di sussidiarietà e di proporzionalità nella misura in cui consente di invocare il motivo dell’ordine pubblico solo caso per caso e in quanto non prevede di poterlo invocare per negare il riconoscimento del certificato europeo di filiazione". "La presente risoluzione è da intendersi anche quale atto di indirizzo al governo, ai sensi dell’articolo 7 della legge n. 234 del 2012", conclude il testo.
PD: "MAGGIORANZA IN LINEA CON POLONIA E UNGHERIA" - "L'Italia va con Polonia e Ungheria, restringendo l'ambito dei diritti. Questo regolamento non intaccava le leggi italiane, determinava semplicemente che i figli, con lo status di figli in determinati paesi europei, potessero avere lo status di figli nel paese dove si spostano con i loro genitori, mettendo al primo posto il diritto prioritario del minore, cosa richiesta da tutti". Così il presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi, dopo il voto in Commissione Politiche Ue del Senato. "Per loro - dice rivolta alla maggioranza - si aprirebbe le porte addirittura alla maternità surrogata. Ma al primo posto c'è il diritto prioritario dei minori".
“La proposta di regolamento riguarda esclusivamente la tutela dei minori che godono del pieno riconoscimento dello stato di figlio in un paese membro dell’Ue e la loro libertà di circolare nello spazio europeo conservando i propri diritti e la propria identità", sottolinea Malpezzi. "Parliamo del riconoscimento alla libera circolazione di due milioni di minori, che la maggioranza di governo con il voto di oggi, ha scientemente deciso di lasciare privi di tutela", ha continuato, aggiungendo: "Solo di questo parlava la proposta di regolamento (e di null’altro), proposta che in più punti chiariva espressamente come restasse impregiudicata la libertà degli Stati membri di legiferare in materia di filiazione all’interno del proprio ordinamento”.
"Al Senato, in Commissione, la destra oscurantista ha bocciato il regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli di coppie dello stesso sesso. Un voto che discrimina bambine e bambini. L’Ue va avanti, l’Italia resta indietro". Lo scrive sui social Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
PARTITO GAY: "DESTRA CANCELLA OGNI DIRITTO" - “Oggi con il voto in Senato contro il Certificato di Filiazione Eu e dopo la circolare del ministro Piantedosi contro i sindaci che trascrivevano gli atti di nascita delle famiglie Lgbt+, il governo cancella ogni diritto per i figli delle coppie Lgbt+. Infatti, in commissione Politiche Eu al Senato la maggioranza di Fdi, Lega ed Fi boccia definitivamente la risoluzione sul Certificato di filiazione europeo, che consentiva il riconoscimento dei diritti dei figli all'interno dell'Unione europea, indipendentemente da chi li ha concepiti, anche per quelli nati o adottati da genitori Lgbt+. Chiara ormai la scelta del Governo, che si mostra Europeista solo ad interessi alterni". Lo dichiarano Fabrizio Marrazzo e Marina Zela per il Partito Gay Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale.
"Chiediamo, pertanto, alle opposizioni di fare atti concreti partendo dai comuni e dalle Regioni in cui governano, per dare un segnale chiaro, in particolare il 'nuovo PD' cancelli subito in Regione Emilia Romagna la norma contro le procreazione assistita per le coppie lesbiche, dimostrando con i fatti di stare dalla parte della comunità Lgbt+. La norma discriminatoria presente in Emilia Romagna è unica nel suo genere e non è presente neanche in regioni governate da 30 anni dalla destra", concludono.