Maria Antonietta e Maria Teresa, due destini tra l'assolutismo e il dramma della Rivoluzione
Maria Antonietta e Maria Teresa. Due destini tra l'assolutismo e il dramma della Rivoluzione. E' bene partire dal sottotitolo per parlare con Alessandra Necci del suo 'La regina e l'imperatrice', collana 'Gli Specchi' edita da Marsilio. E' un libro che indaga la storia, e la vita di due protagoniste femminili, con il punto di vista di una donna che si dice, da sempre, "fissata per la lettura e la scrittura" e convinta che "i libri siano una bussola, soprattutto nelle fasi difficili", come quella che stiamo attraversando.
"Nei miei libri cerco di restituire per mille ragioni un po' di voce ai personaggi molto calunniati o non compresi dalla storia. Tutto quello che scrivo ha a che fare con il rapporto tra vincitori e vinti", premette, per introdurre le ragioni che l'hanno spinta a "toccare un tema già molto sfruttato", soprattutto con la vita di Maria Antonietta. Come dimostra, tra l'altro, "la bellissima biografia scritta da Stefan Zweig ('Una vita involontariamente eroica').
Parlando di Maria Antonietta, Alessandra Necci ricostruisce il percorso che ha compiuto scrivendo il libro. "Ci sono arrivata perché mi incuriosiva al di là della sua fama, perché è stata una sorta di icona glamour, una specie di Lady D del '700. Mi interessava andare a vedere chi era veramente, perché la fama non è mai vera fino in fondo. Insieme, e più di Caterina de' Medici, è stata la più calunniata della storia di Francia. E' stata talmente vilipesa, che volevo capire il punto fallace della calunnia".
Scrivendo di due donne che hanno fatto la storia del '700, Alessandra Necci si confronta inevitabilmente con la 'questione' femminile. "Non sono per gli steccati, sono meritocratica. Mi piacciono le persone che si affermano, a prescindere dal genere". Resta il fatto che 'La regina e l'imperatrice' è una storia di potere che riguarda due donne di potere.
L'autrice ne cita diverse, da Isabella d'Este a Matilde di Canossa, di donne che "in altri periodi storici e di fronte a difficoltà molto maggiori rispetto a oggi, hanno esercitato potere e con enorme volontà e coraggio hanno perseguito i loro obiettivi". Tornando al '700, va detto che Maria Teresa e Maria Antonietta agiscono "nel secolo delle donne". I salotti, ricorda Necci, "erano il posto in cui le donne davano il loro meglio e all'epoca la storia si faceva nei salotti, diffondendo le idee. Chiunque arrivava a Parigi, compreso Napoleone che veniva dalla Corsica, rimaneva sbigottito per quanto potere avessero le donne".
Parlando del rapporto tra donne e potere, è interessante notare come i due personaggi di 'La regina e l'imperatrice' abbiano storie diametralmente opposte: "Mi interessava raccontare il potere ottenuto e quello perduto, una l'ha usato molto bene una ha sprecato la sua autorevolezza. Il discrimine è il carattere. Una impara, studia, e cresce; l'altra no e lo paga con la testa, diventa il capro espiatorio".
Si arriva così all'altra contrapposizione centrale del libro, quella fra assolutismo e democrazia. Altrettanto attuale, nonostante siano passati più di due secoli. "Tutta la storia è storia contemporanea, sosteneva Benedetto Croce. La storia ti spiega il presente, non tanto perché la storia si ripete ma perché le passioni che animano l'animo umano sono sempre le stesse. Conoscendo la storia, non ci si sorprende che ricapitino le cose", dice Alessandra Necci.
Soprattutto nella storia francese, "c'è un aspetto interessante. E' lo scontro tra sovrano e Parlamento, con i sovrani che tentano di imporre riforme che vengono bloccate da un gruppo di privilegiati, i grandi aristocratici, che siedono in Parlamento". L'altro elemento è "la nascita dell'opinione pubblica, che i reali, e soprattutto Maria Antonietta, non capiscono, e che diventa più sovrana del sovrano. Desacralizza il potere e, insieme all'illuminismo e alla rivoluzione americana, accelera la caduta dell'Ancien Regime". Aiuta a comprendere il peso del consenso i risultati diversi di Maria Teresa in una monarchia asburgica e con una dimensione imperiale, sovranazionale. "Ha la capacità di tenere una situazione non facile, di scegliere le sue persone e questo fa la differenza. Uomini e donne possono sempre cambiare il corso della storia, sono loro che hanno un potere di modifica dello scorrere degli eventi", ricorda Necci.
L'autrice vede, guardando all'oggi, "grandi punti di continuità con il Medioevo" e ritrova nella storia "punti di contatto fortissimi". A partire dal fatto di "vivere in un eterno presente, in una transizione che non arriva dall'altra parte del fiume. Molto dipende dall'information technology, che intrappola nel presente, e guardare il passato dà il senso dello scorrere delle cose, è il dato più eclatante". Il prossimo passo, per l'autrice di 'La regina e l'imperatrice', sarà una biografia su Richelieu e Mazzarino. Ancora la Francia, ancora il potere. Ma questa volta due uomini. Per continuare a ragionare sulla storia.