Eike Schmidt fa notare che la "cioccomania risale all'800" e che era "fuori epoca per il Rinascimento"
"Questa cosa sulla ciocca è veramente una cosa sciocca: nessuno specialista ci crede e tra l'altro è estremamente improbabile che una ciocca di Leonardo potesse essere ritrovata in una collezione privata americana". Lo ha detto il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, alla presentazione, nell'auditorium Vasari degli Uffizi, dell'annullo filatelico da parte di Poste Italiane di 4 nuovi francobolli dedicati a Leonardo da Vinci nell'anniversario dei 500 anni della sua morte, a proposito dell'annuncio che è stato dato oggi a Vinci in occasione del presunto ritrovamento in una collezione privata americana di una ciocca di capelli appartenuta al genio del Rinascimento.
"Per giunta, si può anche dire che la tradizione di collezionare ciocche di famosi personaggi oppure dei propri cari risale al romanticismo, all' Ottocento - ha sostenuto Schmidt - sarebbe stato completamente fuori epoca per il Rinascimento. Solo per i Santi martiri, nemmeno i Beati, si tenevano parti del corpo ma sicuramente non per grandi scienziati e grandi artisti. Di Beethoven abbiamo ciocche che potrebbero essere di centinaia di migliaia di musicisti, di persone con i capelli grigi, proprio perché c'era questa 'cioccomania' nell'Ottocento".
"Non lasciamoci troppo prendere dall'entusiasmo per Leonardo: questa cosa non vale nemmeno la pena di essere analizzata nel dettaglio", ha concluso Schmidt.