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Coronavirus, Di Lorenzo: "A settembre primi vaccini per categorie a rischio"

A illustrare all'Adnkronos i progressi nella preparazione del primo vaccino contro il coronavirus è il presidente e CEO di Advent e della società di Pomezia IRBM

(Afp)
(Afp)
13 aprile 2020 | 15.04
LETTURA: 3 minuti

di Massimo Germinario

"Abbiamo iniziato a produrre i primi vaccini tre settimane fa e a fine aprile ne manderemo un primo lotto a Oxford: la sperimentazione sui volontari sani parte a giugno in Inghilterra ma non è detto che non si faccia anche in Italia visto che il Regno Unito oggi non fornisce una validazione anche per paesi dell'Unione Europea. Ne stiamo parlando con le autorità di governo e quelle regolatorie. Lavoriamo per essere pronti a settembre per distribuire il vaccino 'in via compassionevole' alle categorie più a rischio" ovvero personale sanitario e forze dell'ordine. A illustrare all'Adnkronos i progressi nella preparazione del primo vaccino contro il coronavirus è Piero Di Lorenzo, presidente e CEO di Advent e IRBM, la società di Pomezia che ha stretto un accordo con l'Istituto Jenner dell'Università di Oxford, il più importante istituto mondiale per i vaccini.

Di Lorenzo spiega come siano stati sfruttati alcuni punti di forza, "a iniziare dal vantaggio di godere di due expertise già testate sull'uomo, quella dello Jenner sul vaccino contro la Mers, che è già testato in Arabia Saudita, e la nostra piattaforma che è già stata usata per validare il vaccino contro l'Ebola". "Questo ci permette di correre più velocemente laddove in tempi normali ci sarebbero voluti 5-6 anni" per completare le tre fasi della definizione e messa a punto di un vaccino, e cioè la Fase 1 con test su animali e su un gruppo ristrettissimo di volontari, la 2 che si allarga a un bacino di circa 150 volontari e poi la 3 che coinvolge fino a 700 persone. Ma "in questo caso - sottolinea Di Lorenzo - sul giudizio delle autorità regolatorie pesa il fatto che i due expertise utilizzati per arrivare a questo vaccino sono già stati testati sull' uomo e quindi, vista la pericolosità della situazione, visto che si esclude il pericolo di tossicità si passa alla fase 3".

"Con Oxford - ricorda l'ad di Advent - collaboriamo da 10 anni, è una partenership diciamo ormai 'fisiologica', loro , che sono i numeri uno al mondo nello studio dei vaccini , apprezzano la nostra conoscenza nel campo degli adenovirus. Quando i cinesi hanno messo il sequenziamento del nuovo coronavirus su internet ,gli scienziati dello Jenner in 20 giorni hanno sintetizzato il gene della proteina Spike ", la proteina tossica del Covid 19 e quindi a metà febbraio ci hanno mandato l'inoculovirale .Noi abbiamo caratterizzato l'adenovirus adattandolo a questo nuovo gene".

"Abbiamo sfruttato - rivendica Di Lorenzo - la piattaforma innovativa già utilizzata per il vaccino anti Ebola" e questo ha permesso di abbreviare i tempi. Per raffreddare gli entusiasmi contro l'idea di una vaccinazione in tempi brevi di tutta la popolazione mondiale Di Lorenzo spiega che "produrre un vaccino sperimentale non è un processo da catena di montaggio e servono tempi tecnici sui quali e’ prematuro fare previsioni.” "Prima di produrre sei miliardi di dosi di vaccino" per tutta la popolazione mondiale conclude, "non passeranno mesi, ma anni"

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