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"Convinceremo l'Ue", il governo non cede

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21 novembre 2018 | 16.31
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Nel giorno della bocciatura della Manovra da parte dei Commissari Ue, il governo reagisce assicurando il dialogo con le istituzioni europee, ma non cede. Assicurando il "confronto costruttivo" con l'Europa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte indica come responsabile della bocciatura il "debito 2017, del precedente governo", ma sottolinea come l'esecutivo sia convinto "della nostra manovra, che abbiamo ben meditato e impostato. Siamo convinti della solidità del nostro impianto di politica economica e quindi sarò ben disponibile a valutare con lui i passaggi successivi. Siamo tutti concentrati a realizzare le riforme che vanno bene al nostro Paese e confido di poter convincere anche i nostri interlocutori europei che questa è la strada migliore per noi e anche per l'Europa". Domani alle 17, in aula alla Camera, il premier terrà l'informativa urgente sulla manovra economica.

Dal canto suo, il ministro dell'Economia Giovanni Tria risponde invece alle osservazioni dei commissari attraverso una nota, accogliendole "con rammarico": il ministro prende atto del giudizio sul bilancio programmatico italiano, ma resta convinto "che esso assicuri il totale controllo dei nostri conti pubblici nei limiti della moderata politica espansiva resa necessaria dal rallentamento dell’economia europea ed italiana che noi vogliamo contrastare''. ''Ritengo che la drammatizzazione del dissenso tra Italia e Commissione europea danneggi l'economia italiana e di conseguenza l'economia europea'', ha ha continuato quindi il ministro. La manovra garantisce ''il totale controllo dei nostri conti pubblici'' e ''l'obiettivo della riduzione del rapporto debito/pil più volte ribadito dal Governo''. ''Questa considerazione è alla base del nostro impegno a continuare il dialogo con la Commissione alla ricerca di una soluzione condivisibile nell'interesse reciproco". Lo afferma il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in una nota, rispondendo alle osservazioni dell'Unione europea sulla manovra.

Apprendendo la notizia, Matteo Salvini ha commentato con sarcasmo: "E' arrivata la lettera di Bruxelles? Va bene, aspettiamo quella di Babbo Natale". "C'era qualche indicazione... avevamo quasi sospettato...", aggiunge poi scherzando con i cronisti alla Camera. "Risponderemo - prosegue il ministro dell'Interno -. C'è questo scambio epistolare ormai fitto, spiegheremo più nel dettaglio le riforme strutturali, il codice degli appalti, la sburocratizzazione, le spese per gli investimenti. Loro si occupano molto di spesa corrente, di legge Fornero, però c'è anche una spesa per investimenti assolutamente notevole e quindi contiamo sul fatto che ci lascino lavorare serenamente". Dopo le europee "sicuramente cambieranno gli equilibri sia in Parlamento che in Commissione", nota Salvini.

Il ministro dell'Interno smentisce che il verdetto della commissione Ue sulla manovra possa condizionarne il contenuto e imporre dei correttivi. "No assolutamente - sottolinea -, io non temo alcun condizionamento da parte della Ue, tanto più che a maggio si vota... Noi abbiamo la fiducia degli italiani". Riguardo all'ipotesi di sanzioni Ue per la manovra, Salvini sottolinea: "Mi sembrerebbe veramente irrispettoso nei confronti del popolo italiano, che è un contribuente netto a suon di decine di miliardi di euro. Sanzionare chi ti paga decine di miliardi per una manovra economica di crescita mi sembrerebbe strano". "Siamo convinti dei numeri che abbiamo messo in manovra e li portiamo avanti. Fra un anno ne riparliamo". Sempre con questa maggioranza? "Ovvio", risponde il segretario leghista.

Le parole di Moscovici? "Mi permetta di non commentare questo signore, noi chiediamo rispetto per 60 milioni di italiani che la mattina si alzano e vanno a lavorare e in cambio non chiedono insulti, ma la possibilità di curarsi, di andare in pensione...", dice poi in serata a 'Stasera Italia' su Rete4. "Mi chiedo come mai l'Europa non ha detto nulla negli anni scorsi, quando i governi Renzi e Gentiloni hanno impoverito il paese. Arriviamo noi, ci hanno scelto gli italiani e ogni giorno ne hanno una: mandano gli ispettori, mandano una lettera...non rispondo a Moscovici ma rispondo agli italiani", ha rimarcato, per poi aggiungere "non voglio uscire dall'Europa, voglio che gli italiani vengano trattati con rispetto. Non cerco lo scontro, vorrei che l'Europa mi facesse lavorare".

Anche il vicepremier Luigi Di Maio tiene il punto su Facebook: "Sia noi che l’Europa vogliamo la stessa cosa: ridurre il debito. E l'Unione europea si convincerà che, per raggiungere l’obiettivo, abbiamo scelto l’unica strada che funziona: aiutare le famiglie e le imprese, creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. E’ così che l’Italia finalmente può crescere".

"L'Europa è un vaso di coccio tra vasi di ferro in un momento di forti turbolenze interne", il commento in serata del ministro degli Affari europei, Paolo Savona, intervenuto alla presentazione del libro 'Globalizzazione, governance asimmetria' di Giancarlo Elia Valori. Il ministro ricorda "una tesi cara del suo e mio grande maestro, Francesco Cossiga, che sosteneva l’economia come un grande imbroglio politico". Parlando del libro Savona osserva: "Aver affidato all’economia il traino delle vicende geopolitiche che in democrazia hanno spinto verso u ritorno dei nazionalismi o, come si dice ai nostri giorni, dei sovranismi di cui non è facile decodificare gli effetti futuri al di fuori della quasi certezza che lo sviluppo economico globale ne partirà".

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