Ail ed Europa donna, 'diventi la regola, possiamo fare sempre di più per indicare priorità a istituzioni alle prese con bilanci e sostenibilità'
"Abbiamo voluto portare alla luce, descrivendolo in un rapporto, il lavoro quotidiano che tutte noi associazioni facciamo sia a livello di supporto dei pazienti che nel portare i bisogni e le istanze sui tavoli di chi decide. L'altra cosa importante è proprio questa, dovremmo riuscire lì ad essere sempre più incisivi". E' quanto evidenzia Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia, oggi a margine della presentazione a Milano del Rapporto sulla valorizzazione della rete dei volontari Alleati per la salute. Una riflessione su cui interviene anche Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail (Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mielomi): "Noi veniamo da una fase in cui non eravamo presi in sufficiente considerazione, ma negli ultimi anni si è aperta una fase di ascolto che ora va organizzata. E' importante che nei tavoli dove si prendono delle decisioni su malattie, farmaci, protocolli, i pazienti e le loro associazioni vengano sentiti".
Tutto questo, evidenzia, "è ancora in fase di organizzazione, ci sono tutta una serie di iniziative, ma andrà organizzato in maniera più chiara. Siamo un po' agli esordi e il problema vero è che le istituzioni devono darsi una regola, e sentire le associazioni per patologia, per interessi e così via. Credo sia fondamentale questo passaggio". "Ci sentiamo ascoltati", puntualizza D'Antona che vede quello in corso come un cammino. "Siamo partiti da 10-15 anni fa quando eravamo visti solo come al fianco del paziente e della famiglia, ma ora tutto il sistema sanitario si sta rendendo conto che senza i nostri dati e le nostre raccomandazioni non si va da nessuna da parte. Quindi siamo contenti, abbiamo ancora un po' di strada da fare ma la faremo".
"Abbiamo qualcosa da dare, ma le istituzioni hanno bisogno di ricevere da noi per prendere le decisioni giuste - prosegue il ragionamento di D'Antona - Io credo molto in questo. Sia il ministero che le Regioni devono far quadrare i loro bilanci, quindi giustamente devono operare per priorità. Se hanno i dati giusti da noi riescono a fare meglio le loro scelte. Quando le istituzioni e i politici comprendono che noi possiamo essere utili per loro, allora si fa bingo. E' il punto in cui vogliamo arrivare".