Social Self Driving, startup Made in Italy ha sviluppato un software che ha il compito di profilare lo stile di guida di un conducente e trasferirlo al veicolo a guida autonoma o semiautonoma.
Nata dall’idea di Luigi Mazzola, per vent’anni in scuderia Ferrari con 14 mondiali vinti, di cui è fino al 2009 dirigente coordinatore dello sviluppo della performance è una startup che ribalta il ruolo uomo-macchina: il sistema apprende lo stile di guida di una persona, ad esempio il suo modo di affrontare le curve, la posizione sulla carreggiata, la gestione del cambio delle marce, e lo replica nel momento della guida autonoma.
Stando ad uno studio condotto da McKinsey & Company, nel 2030 il 15% delle nuove immatricolazioni sarà rappresentato da auto a guida autonoma e il 55% da vetture a guida semi autonoma. Secondo lo studio nel 2030 vi saranno complessivamente 200 milioni di auto autonome o semi autonome circolanti nel mondo. Numeri che arrivano ora che si riaccende l’entusiasmo per questa tecnologia, che ha vissuto fasi alterne di ottimismo e pessimismo a causa di intoppi e incidenti anche fatali, come quelli in Florida, California e Arizona tra il 2015 e il 2019. Ora, a ridosso dell’apertura del Salone di Monaco, sono tante le case automobilistiche che scommetto sulla guida autonoma come tecnologia di un futuro prossimo. Entrano in gioco quindi i software dedicati, definiti da CEO Volkswagen Herbert Diess “il vero gamechanger” per l’automotive.
Quello che spaventa e trattiene molti davanti alle auto a guida autonoma però è il fatto di essere in balia di un’intelligenza artificiale programmata da qualcun altro per comportarsi in un certo modo sulla strada. “Sebbene il pubblico stia cominciando, poco alla volta, ad abituarsi all’idea di muoversi su auto a guida autonoma” spiega il cofondatore di Social Self Driving Francesco Zanazzi, “la loro completa accettazione è ancora molto lontana La possibilità di interagire maggiormente con queste vetture permetterà di conquistare rapidamente un grande consenso tra i potenziali acquirenti”.
“Con Social Self Driving possiamo personalizzare la nostra auto a guida autonoma ed insegnarle a comportarsi come se alla guida ci fossimo noi” spiega Mazzola. Il sistema si appoggia a dotazioni hardware e software già normalmente presenti su veicoli con differenti livelli di guida assistita o autonoma e li va ad integrare. Sensori di angolo di sterzo, di coppia applicata allo sterzo, di velocità di sterzata, di azione sui pedali di acceleratore e freno, di angoli di imbardata, rollio e beccheggio, di accelerazione laterale e longitudinale. Ai sensori si aggiunge il software di elaborazione dei segnali visivi, sonar e radar che permette a questi veicoli di comprendere la situazione ambientale circostante. Attraverso la registrazione dei dati effettuata su questi sensori, viene profilato uno stile di guida. Il sistema è stato brevettato il 22 aprile scorso e la startup sta per iniziare il primo round di finanziamenti per partire con lo sviluppo. Salendo a bordo, quindi, si sceglierà attraverso il software quale dei profili salvati utilizzare. Il proprio, ma non solo: grazie all’app dedicata, gli stili di guida possono essere memorizzati e condivisi, e anche scaricati. Questo apre la strada a un mercato di profili di guida creati da piloti professionisti o esperti e istruttori di guida sicura scaricabili e applicabili al proprio veicolo.