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InfoJobs, pmi propense ad assumere nonostante difficoltà nella ricerca

Facendo un bilancio a chiusura del 2021, il 75,6% delle aziende ha ampliato l’organico, il 55% addirittura in misura maggiore rispetto a quanto pianificato.

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04 febbraio 2022 | 10.43
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Come ogni anno, InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, rilascia i dati della propria Indagine trend mercato del lavoro 2022, che coinvolge le risorse umane delle aziende attive sulla piattaforma, la maggior parte delle quali pmi, per fare un bilancio dell’anno passato e delineare prospettive future e trend del lavoro del nuovo anno.

“Quello che emerge - sintetizza Filippo Saini, head of job di InfoJobs - è uno spaccato del mondo del lavoro dal punto di vista delle pmi, che nel 2021 hanno assunto e continueranno a farlo quest’anno, anche in un contesto dove trovare lavoratori è spesso complesso, così come trattenerli. Anche le piccole e medie imprese italiane iniziano ad interrogarsi sul fenomeno 'great resignation', soprattutto in ottica di ricambio generazionale. Ed è per questo che tra i trend che caratterizzeranno il mercato del lavoro nel 2022 al primo posto troviamo attraction&retention, leva fondamentale per mantenere l’azienda sana e competitiva in questo contesto ancora di profonda incertezza".

Facendo un bilancio a chiusura del 2021, il 75,6% delle aziende ha ampliato l’organico, il 55% addirittura in misura maggiore rispetto a quanto pianificato, mentre il 20,6% ha inserito meno profili di quanto aveva ipotizzato. Dall’altro lato il 15,6% ha mantenuto stabili i livelli occupazionali, mentre il 6,1% ha dismesso i contratti atipici e solo una piccola percentuale (2,8%) ha effettivamente ridimensionato l’organico. Lo scenario 2022, si presenta ancora una volta con segnali di apertura e propensione all’incremento delle risorse in azienda. Il 50% è, infatti, disposto a farlo, sebbene in numero limitato e un 31,1% si dichiara addirittura aperta a un numero elevato di assunzioni, complici la ripresa del proprio settore di business e condizioni in generale favorevoli. C’è infine chi pensa solo di sostituire eventuali dimissionari (11,7%) e solo un 6,1% che non prevede di assumere per nessun motivo.

Come saranno queste assunzioni? Per il 45,7% rimarranno gli stessi criteri e contratti del passato, ma c’è un 40,1% che vede come prioritario, nella scelta del tipo di risorse, la qualità dei profili più che la quantità e un 14,2%, che, dato il perdurare dell’incertezza, preferisce puntare all’assunzione di figure con contratti flessibili. Rispetto al tema attuale della difficoltà di reperimento risorse, l’88,7% degli intervistati dichiara di essere d’accordo. In particolare, il 54,4% dichiara di non trovare persone in linea con esperienze e competenze richieste, o con la proposta dell’azienda; il 24,2% imputa le difficolta al cambiamento di atteggiamento verso il lavoro portato dalla pandemia, che ha portato le persone a rivedere le proprie priorità pensando al lavoro in maniera più esigente; mentre per il 10,1% la causa è l’apertura di tante opportunità in settori affini che porta maggiore offerta per il candidato. All’opposto, chi dichiara che con la ripresa del mercato sia tornata in auge anche la volontà delle persone di mettersi in gioco (9,4%), così come che la perdita di posti di lavoro portata dalla pandemia (2%) abbia aumentato di fatto i profili papabili.

L’attenzione ai propri desiderata e la predisposizione al benessere personale in primis hanno portato nel panorama di ricerca e selezione del personale fenomeni più o meno transitori, anche per quanto riguarda l’argomento dimissioni. Attualmente ha preso spazio il fenomeno delle dimissioni di massa, ormai noto come great resignation, tipico soprattutto all’interno delle grandi aziende, ma rilevato anche dalle piccole e medie imprese italiane.

E anche se per il 36,9% degli intervistati sembra essere rimasto invariato il numero di dimissioni rispetto agli anni precedenti, analizzando i dati emersi, sono proprio i giovani che, secondo il 31,2% hanno contribuito a registrare un incremento nel numero di dimissioni rispetto al passato, motivati dalla ricerca di una posizione migliore e dalla rincorsa al perfetto work-life balance. I profondi mutamenti dei due anni appena trascorsi hanno, inoltre, dato maggiore coraggio di cambiare per rincorrere il sogno professionale o per cercare un’azienda più affine ai propri valori per il 24,1%.

Data quindi la situazione che ci siamo lasciati alle spalle e la propensione delle aziende in vista del nuovo anno, InfoJobs ha delineato grazie al punto di vista degli hr, quelli che sono i più importanti trend del mercato del lavoro per il 2022.

1) Attraction&retention: per il 41,1% in un mercato fortemente competitivo a far la differenza per le aziende è la capacità di essere attrattive per i nuovi potenziali collaboratori e per i dipendenti attuali. Employer branding interno ed esterno, formazione continua, welfare aziendale, percorsi di crescita, uniti a benefit e possibilità di smart working sono, così, fattori determinati per il successo nell’attrarre e trattenere le risorse più qualificate.

2) Digital4human: per il 21,3% il digitale è ormai un dato di fatto; la sfida è quella di utilizzare la tecnologia come un mezzo e non come un fine, per liberare il tempo da attività ripetitive e time-consuming a favore di compiti che facciano emergere il valore e le competenze delle persone hr.

3) Organigramma liquido: gli obiettivi vincono sul cartellino, la squadra vince sulla gerarchia per il 14,2%. Lo smart working è oramai sdoganato anche per chi non l’aveva mai sperimentato e questo, insieme a concetti come l’ufficio diffuso e la flessibilità oraria, daranno il via a un organigramma sempre più piatto e liquido, proprio per adattarsi a una quotidianità che non è più ordinaria, ma vive sulla necessità di cambiamento continuo.

4) Purpose driven hr: per il 12,8% è ancora un trend importante fare cultura d’impresa. La creazione di una forte condivisione di valori e obiettivi a tutti i livelli aziendali resta, infatti, fondamentale anche per il 2022.

5) Talent scouting: il 10,6% sostiene sia necessaria una maggiore proattività nella ricerca da parte degli stessi hr. E’ fondamentale, quindi, mettere in atto quante più azioni possibili affinché si raggiungano i candidati più adatti alla posizione ricercata. Database ricchi e aggiornati, partner specializzati e tecnologici sono solo alcune delle leve possibili.

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