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Pier Silvio Berlusconi: "Mi auguro che Sanremo resti in Rai. Abbassare canone? Propaganda"

L'ad di Mediaset: "Penso che il Festival sia un pezzo di Rai e che allo stesso tempo la Rai sia il vero motore e la vera forza". Poi parla del ritorno di Andrea Giambruno in video

Pier Silvio Berlusconi  - (Fotogramma)
Pier Silvio Berlusconi - (Fotogramma)
12 dicembre 2024 | 14.28
LETTURA: 6 minuti

"Da italiano mi auguro che il Festival di Sanremo rimanga in Rai". Quanto alla "proposta di diminuire il canone sia una mossa abbastanza di propaganda". Così Pier Silvio Berlusconi, ad di Mediaset, nel corso di un incontro con la stampa negli studi Mediaset a Cologno Monzese.

Festival di Sanremo

"Mi sembra che la situazione sia ancora troppo fumosa per poter esprimere un giudizio e io non arrivo neanche a pensare se mai potesse interessarci, vedremo. In ogni caso, penso che Sanremo sia un pezzo di Rai e che allo stesso tempo la Rai sia il vero motore e la vera forza di Sanremo. Dunque, da italiano mi auguro che il Festival rimanga in Rai", ha affermato.

A un cronista che gli chiedeva se comunque l’idea di portare il Festival di Sanremo su Mediaset lo divertirebbe, Pier Silvio Berlusconi ha tagliato corto: "Non mi pongo neanche la domanda. Riguardo certi ambiti ritengo si debba essere rispettosi. E semmai un domani Sanremo dovesse essere sul mercato, lo valuteremo con l’atteggiamento giusto da azienda commerciale che valuta costi e ricavi. Per me -ha concluso- è un pezzo di Rai e tale dovrebbe rimanere".

Canone Rai più basso

"Io penso che la proposta di diminuire il canone sia una mossa abbastanza di propaganda: se togli 20 euro dal canone e poi devi recuperare 430 milioni dalla fiscalità generale, togli da una tasca e riprendi dall’altra, la sostanza non cambia. Anzi mi sembra una mossa meno chiara e trasparente nei confronti degli italiani", ha detto poi.

"Al di là di questo - ha osservato l'ad di Mediaset- io penso che la politica italiana dovrebbe avere un occhio di riguardo nei confronti della Rai e del sistema audiovisivo. Perché il nostro Paese è quello che investe meno a livello pro capite a livello europeo. Una Rai forte, che rappresenta l’Italia, anche in termini di identità nazionale, è troppo importante e dunque la mia idea è esattamente opposta" a quella di Matteo Salvini. "Indebolire la Rai - ammonisce - rischia di distruggere il mercato dell’editoria italiana e vorrebbe dire spalancare le porte all’arrivo delle grandi multinazionali. E' ovvio, sarebbe facile dire che in Italia ci sono altre priorità, ma il settore dell'audiovisivo è importante e avrebbe bisogno di lavorarci su bene senza proposte un po' strampalate".

In ogni caso, "Mediaset non teme l’abbassamento del canone Rai; io temo qualunque cosa che indebolisca il sistema editoriale e audiovisivo italiano, che è un sistema industriale e che, per il bene degli italiani, andrebbe rafforzato, sia in termini di occupazione che di prodotto". Quanto a Matteo Salvini, da sempre convinto promotore dell’idea di abolire il canone Rai, Pier Silvio Berlusconi dice: "a livello personale mi è simpatico, anzi penso di poter dire di avere un buon rapporto con lui, ma la politica è politica e ci sta anche fare propaganda. E' chiaro che per il cittadino le tasse possono essere antipatiche, ma svolgono una funzione importante".

"La Rai ha un ruolo importantissimo in Italia e non solo per il sostegno a tutta l'industria dell'audiovisivo, ma anche per far vivere la nostra cultura, le nostre tradizioni e per l'identità italiana; bisognerebbe però fare in modo che fosse più chiaramente editore del servizio pubblico", ha detto ancora.

Governo

"Torno a dire quello che ho detto un anno e mezzo fa: io non ho nessuna intenzione di scendere in politica", ha quindi ribadito. Diversi i motivi alla base della decisione: "Il primo - ha detto - è perché voglio continuare a fare il mio mestiere. Amo Mediaset e penso che il mio lavoro qui non sia finito; siamo in un momento molto bello, ma anche molto complicato e cruciale per lo sviluppo. Io amo questa azienda e tutte le persone che ci lavorano, quindi rimango qui". Secondo, "quand’anche fosse, non ritengo serio improvvisarsi; avrei bisogno di tempi di preparazione e di una bella gavetta".

Quanto al terzo motivo, "che forse è la cosa più importante -ha sottolineato- è perché c’è un governo, un governo stabile, che sta facendo bene". E dunque, conclude, "che cosa potrei fare io in politica non lo so, ma so di certo che l’Italia oggi ha un governo stabile che soprattutto guardando a cosa sta succedendo in Francia e in Germania, sta facendo bene, in un momento molto complicato, provando a fare il meglio possibile".

I dati Mediaset

"Nel 2024 Mediaset chiuderà un anno che non esito a definire eccezionale, nel vero senso della parola", ha detto quindi. "Dopo il Covid -ha spiegato l'ad - abbiamo provato a cambiare passo e devo dire che il cambio di passo si vede. Eccome se si vede. Parliamo di prodotto: tanto lavoro e tanto prodotto: nel 2024 supereremo le 9mila ore di auto prodotto, con una crescita di quasi il 20% rispetto al 2020. E' qualcosa di veramente faticoso, che dà molta soddisfazione. E i risultati per fortuna sono arrivati. Chiudiamo il secondo anno solare raggiungendo risultati di ascolto del servizio pubblico. Lo scorso anno, per la prima volta nella storia, li abbiamo superati, oggi siamo a un soffio", aggiunge puntualizzando tuttavia che "per noi essere uguali alla Rai o superare la Rai conta veramente poco, non è nei nostri obiettivi. Noi siamo una tv commerciale, lavoriamo per generare contatti pubblicitari e lì andiamo davvero molto bene". La quota contatti raggiunta da Mediaset tra i contatti generati dalla televisione italiana sta tra il 55-56%: "Parliamo di Grp, contatti lordi delle campagne pubblicitarie -avverte-; quest'anno siamo intorno al 55%, un filo meno dell’anno scorso perché ci sono stati eventi come gli Europei, ma questi risultati sono il segno di quanto efficace sia la nostra offerta televisiva".

Andrea Giambruno

Pier Silvio Berlusconi ha anche affrontato il tema "Andrea Giambruno che è "responsabile di un segmento info che è 'Diario del Giorno' e credo che questo sia più importante di andare o no in video". Parlando del futuro del giornalista, l'ad dice: "Vedremo, è un giornalista Mediaset e di sicuro tornerà in video. Ad oggi non ci sono progetti specifici che lo riguardano, ma penso che lui debba essere contento di lavorare ad un prodotto di cui è responsabile". Dopo le polemiche seguite ad alcuni fuori onda, che hanno portato la premier Giorgia Meloni, all'epoca sua compagna di vita, ad interrompere la loro relazione sentimentale e la rete a sospenderlo dalla conduzione del programma, Pier Silvio Berlusconi ha assicurato: "Se c'è un atteggiamento nei confronti di Giambruno è un atteggiamento protettivo. E non solo".

Sul mancato intervento del giornalista alla trasmissione 'Belve' di Francesca Fagnani su Rai2, seguito poi alla presenza nella trasmissione 'Dritto e Rovescio' di Paolo Del Debbio su Rete4, l'ad spiega: "E' un giornalista di Mediaset ed è normale che vada prima a un programma di Mediaset. Lo abbiamo invitato da un’altra parte e così è stato".

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