Dagli altari alle polveri. E' la parabola discendente del cardinale Angelo Becciu, che si dimette dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e, con una decisione di cui si fatica a rintracciare un precedente, rinuncia ai diritti connessi al Cardinalato. Ma chi è Becciu? Aspirante Papa, già numero due alla Segreteria di Stato vaticana, diplomatico di fine intelligenza, è diventato il ‘cardinale italiano’ per antonomasia negli ultimi anni, capace di suscitare sentimenti divisivi fuori e dentro le mura leonine. A gennaio 2019, per dire, in pieno scontro sui migranti delle navi Sea watch e Sea eye, dal cardinale Becciu andarono l’allora ministro dell’Interno Salvini con Giancarlo Giorgetti, che era sottosegretario a Palazzo Chigi.
Origini sarde, Giovanni Angelo Becciu, nativo di Pattada, in provincia di Sassari, è diventato sacerdote nell’agosto del 1972. Dopo essersi laureato in diritto canonico, è entrato a far parte del servizio diplomatico della Santa Sede il 1 maggio 1984 prestando la sua opera per molti anni in varie nunziature apostoliche nel mondo: nella Repubblica Centrafricana, in Nuova Zelanda, in Liberia, nel Regno Unito, in Francia, negli Stati Uniti d'America. Nell’ottobre 2001 papa Wojtyla lo ha nominato nunzio apostolico in Angola. Qualche mese dopo, Becciu ha ricevuto la consacrazione episcopale dalle mani del cardinale Angelo Sodano, all’epoca Segretario di Stato Vaticano. Nel 2009 Papa Ratzinger lo ha trasferito alla nunziatura apostolica di Cuba.
E’ con Benedetto XVI che la carriera di mons. Becciu riceve una svolta con la nomina a Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, in pratica diventa il numero due. Il 31 agosto 2013 anche Bergoglio lo conferma nell’incarico. E, quattro anni dopo, nella profonda crisi dell’Ordine di Malta, Papa Francesco lo nomina delegato speciale presso il Sovrano ordine cavalleresco.
Il 20 maggio 2018, al termine del Regina Coeli, Papa Francesco annuncia che Becciu sarà tra i Vescovi promossi che riceveranno la porpora. E il 26 maggio successivo lo toglie dalla segreteria di Stato e lo mette alla guida della Congregazione delle cause dei santi. Una promozione mascherata a detta di tanti Oltretevere che la hanno interpretata - come peraltro accaduto altre volte - nella chiave del ‘promoveatur ut amoveatur’.
E’ ad ottobre 2019 che volano scintille tra il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, e il cardinale Becciu attorno alla compravendita milionaria del palazzo di Londra su cui c’è una inchiesta interna. Parolin - parlando dell’operazione fatta quando Becciu era sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ruolo per cui è ritenuto da molti responsabile della presunta speculazione - parla di “operazione opaca sulla quale si farà luce”.
A stretto giro arriva la replica di Becciu che rispedisce al mittente le “accuse infamanti”, assicurando, ripeterà più e più volte, di non avere “mai manomesso i soldi dei poveri”.
(di Elena Davolio)