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Coronavirus, commessi supermercati: "Tamponi e mascherine, siamo allo sbando"

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12 marzo 2020 | 14.39
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di Roberta Lanzara
"Siamo allo sbaraglio"; "siamo allo sbando"; "siamo in balia dei clienti"; "ci deve dire c...o". A parlare è la categoria di commesse, cassieri e addetti alle vendite dei supermercati, categoria dimenticata ma ad alto rischio Covid 19 che a gran voce al governo attraverso l’Adnkronos chiede: "Tamponi immediati. Siamo stati esposti come gli infermieri e per di più senza tutela"; e domanda la distribuzione di dispositivi a norma di legge e non in modalità fai da te garantiti a livello governativo: "oltre a guanti e mascherine anche tute protettive".  

"Abbiamo già formalizzato ieri unitariamente a Fisascat e a Uiltucs di rispettare il Dpcm e alzare i livelli di tutela nei punti vendita - anticipa all’Adnkronos Alessio Labio, responsabile Cgil Ccnl per il Terziario - A breve usciremo con una posizione ufficiale. Il settore ha rischi fortissimi: basta immedesimarsi in un addetto alle vendite di un supermercato per capire cosa significa".

"Se le tute protettive sono aihmè un lontano miraggio, la situazione mascherine non è meno drammatica. Ecco quanto emerso da un giro a campione nei principali supermercati di grandi catene e cooperative di supermercati di Roma nord: le mascherine sono per lo più procurate dal singolo commesso in modalità fai da te, dunque non necessariamente a norma; addirittura spesso fabbricate in casa con carta da forno dietro l’acquiescenza del titolare che afferma "proteggono meglio di quelle tradizionali, abbiamo scaricato il tutorial di un medico da you tube".

"Se distribuite dalla catena, e ciò quasi sempre "è avvenuto solo da ieri", non si sa se siano a norma "o solo la caramellina per tenerci buoni…", ironizzano alcuni addetti alle vendite; "Basteranno?", si domandano altri perché le scorte sono limitate; tanto è vero che in alcuni grossi esercizi commerciali neanche a tutti i commessi sono state messe a disposizione e molti hanno dovuto provvedere in autonomia tanto da sentirsi autorizzati a non indossarle, contrariamente a quanto stabilito dal Dpcm. 

"Le mascherine ce le siamo procurate direttamente noi. Rispettiamo il decreto. Comunque ci è stato detto di non rispondere ai giornalisti", taglia corto con incredibile disinvoltura la cassiera del supermercato di una grande catena straniera, ‘regolarmente’ al lavoro senza mascherina. Nel frattempo ‘quasi senza’ continua a lavorare chi soffre di allergie perché: "Non posso coprire il naso con la mascherina". Come dire: chi indossa cosa e come?   

In questa ‘giungla’ surreale di disorientamento e sguardi spaesati c’è anche chi reagisce. Come i commessi di una catena di supermercati che per due ore questa mattina si sono messi a braccia conserte perché ancora mancavano le mascherine. "Abbiamo aperto alle 9.30 invece che alle 8 – raccontano – Ma ieri e nei giorni trascorsi abbiamo lavorato senza". 

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