Voto tra domenica 25 settembre e 2 ottobre
Voto domenica 25 settembre o più probabilmente domenica 2 ottobre se il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovesse decidere di sciogliere le Camere all'epilogo della crisi del governo Draghi. Per la prima data potrebbe esserci l’ostacolo della vigilia del Capodanno ebraico, quindi più probabile che si scelga la seconda opzione, anche se la data di scioglimento dovrebbe variare soltanto di un giorno.
Occorre combinare un complicato puzzle di termini per arrivare a stabilire il giorno dell’apertura delle urne. In base all'articolo 61 della Costituzione, infatti, "le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti". A questa disposizione occorre aggiungere la norma elettorale per cui il decreto che fissa la data del voto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale "non oltre il 45/mo giorno antecedente quello della votazione".
Infine va anche considerata la disposizione relativa al voto degli italiani all'estero, che prevede che l'elenco provvisorio degli aventi diritto vada comunicato dal ministero dell'Interno a quello degli Esteri 60 giorni prima della data delle elezioni.
Sciogliendo le Camere nel prossimo fine settimana, sarebbe possibile votare sia il 25 settembre, se si considera il termine dei 60 giorni, sia il 2 ottobre, in questo caso però partendo da domenica prossima, 24 luglio. Difficile ipotizzare un voto trascorsi soltanto 45 giorni dalla fissazione della data delle elezioni: significherebbe andare alle urne l’11 settembre, con adempimenti e breve campagna elettorale in pieno agosto.
Tornando infine all’articolo 61 della Costituzione, nel decreto che fissa la data delle elezioni viene anche indicata quella per la riunione del nuovo Parlamento, che in caso di voto il 2 ottobre e in base ai precedenti potrebbe riunirsi il 21 ottobre.