Al vaglio le linee guida, le indicazioni di riferimento per i medici nella pratica clinica, per verificare quanto aderiscono agli standard internazionali di produzione e gestione dei conflitti di interesse. Scoprirlo è l’obiettivo di un progetto di ricerca finanziato da una Borsa di studio promossa dalla Fondazione Gimbe alla memoria di Gioacchino Cartabellotta, medico di Alia, un paesino siciliano, e destinata a un giovane ricercatore, Antonio Simone Laganà, dell'Università degli Studi di Messina.
"Il Ddl sulla responsabilità professionale - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - affida alle società scientifiche l’onere di produrre linee guida senza alcun riferimento a criteri metodologici e governance dei conflitti di interesse. Noi siamo partiti dalla posizione istituzionale della Fondazione, secondo cui un’organizzazione non può essere accreditata per produrre linee guida nazionali che devono servire a tutti i professionisti e regolamentare anche il contenzioso medico-legale, solo perché è inserita in un elenco ministeriale. Bisogna identificare un metodo di produzione e di governance dei conflitti”, sottolinea.
“Evidenze consistenti - ricorda l’esperto - ci dicono che se il metodo non è seguito in modo adeguato o i conflitti di interesse influenzano la formulazione delle raccomandazioni, si producono linee guida che non riflettono conoscenze scientifiche. L’obiettivo della borsa di studio di quest’anno, dunque, sarà condurre un progetto di ricerca su un campione di linee guida messe a punto in Italia da società scientifiche, agenzie governative e altre organizzazioni per verificare quanto aderiscono agli standard internazionali sia sul metodo di produzione che sulla gestione dei conflitti di interesse”.
Gli standard a cui fa riferimento lo studio, sono prodotti da un network che unisce tutte le organizzazioni mondiali che producono linee guida, il Gin (Guidelines International Network), che sostiene l’iniziativa di Gimbe.