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Servizi segreti, la nota di Palazzo Chigi

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04 agosto 2020 | 15.05
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"In relazione all’articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera, dal titolo “Governo e 007: decisa la proroga dei vertici fino a 4 anni”, apparso anche sul sito internet della testata, la Presidenza del Consiglio chiarisce quanto segue: A differenza di quanto erroneamente sostenuto nell’articolo, la modifica normativa introdotta con il decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83 non determina in alcun modo un aumento della durata degli incarichi dei direttori del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), e delle due Agenzie per le informazioni e sicurezza (AISE e AISI), che rimane quella fissata dalla legge 3 agosto 2007, n. 124, (legge richiamata nello stesso articolo del Corriere), cioè di 4 anni per il primo incarico più un massimo di 4 anni successivi. La nuova norma si limita a introdurre la possibilità che vi siano più provvedimenti successivi di rinnovo dell’incarico, anziché uno solo, senza alcuna modifica del limite massimo temporale di permanenza negli incarichi stessi". E' quanto si legge in una nota.

Ma per il senatore di Fdi Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir, "il decreto ha violato il rapporto di leale collaborazione tra le istituzioni, tra governo e Parlamento. Il governo si è recato in via preventiva alle Camere per illustrare le modalità e l'ambito del decreto per prorogare l'emergenza. Ha ritenuto doveroso venire in via preventiva nelle aule parlamentari, ma nulla era stato detto in merito" alla norma sui servizi. "Tanto è vero che nemmeno la risoluzione di maggioranza, né alla Camera né al Senato, parlava di una norma di questo tipo - prosegue il senatore - Le indicazioni che il governo ha dato al Parlamento e quelle che ha ricevuto non riguardavano questa materia, si è violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni".

Urso fa notare che nello stesso "comunicato di Palazzo Chigi sul decreto si omette questo aspetto". E il fatto stesso che nel comunicato non si fa cenno alla norma è "un vulnus importante nel rapporto con il Parlamento, ma anche con il Paese". Nel "merito" poi, secondo Urso, "la norma stravolge e distorce in modo palese la legge 124 del 2007 perché crea un rapporto eccessivamente discrezionale e, quindi, di marcata subordinazione dei vertici dei servizi all'autorità politica al punto tale che credo che questo possa violare il dettato costituzionale".

Il fatto che non sia previsto un limite ai rinnovi visto che "in teoria, nei secondi quattro anni, il direttore potrebbe essere rinnovato anche ogni tre mesi" secondo Urso rischia di "trasformare il direttore dei servizi in un attendente" violando "anche la Costituzione per quanto riguarda l'articolo 97 sul buon andamento della P.a.".

"E' chiaro che si tratta di una norma farraginosa, costruita male e che inficia nella sostanza la legge del 2007 nel rapporto tra potere esecutivo e vertici dei servizi. Io credo che il governo debba modificare la norma ripristinando lo spirito della legge 124 del 2007 che era ben altro", continua il vicepresidente del Copasir.

"Se si voleva fare un provvedimento di emergenza lo si poteva fare come è stato fatto per le authority, che sono state prorogate ma senza cambiare la fonte originaria. La strada semmai era quella", conclude Urso.

"La norma, in sé, ripristina le condizioni della legge 124 del 2007 - dice all'Adnkronos Enrico Borghi, deputato del Pd e membro dem del Copasir - C'è un grado di flessibilità e di progressività attribuito al governo che ha, pro tempore, la possibilità di modulare la durata della direzione dell'agenzia in relazione alla complessità sociale e storica che viviamo". E precisa: "Non si sta parlando di nessuna proroga delle direzioni in atto" e "non c'è nessun meccanismo di proroga automatica nella maniera più assoluta". "In sede parlamentare - conclude Borghi riguardo alle critiche sollevate dall'opposizione - noi siamo aperti al confronto e al miglioramento della norma se necessario".

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