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Andrea Giambruno: "Se non ti ubriachi il lupo lo eviti". E' polemica

Le parole del giornalista durante la puntata di Diario del Giorno hanno scatenato un vespaio

Andrea Giambruno (Fotogramma/Ipa)
Andrea Giambruno (Fotogramma/Ipa)
29 agosto 2023 | 15.36
LETTURA: 3 minuti

E' polemica su Andrea Giambruno, giornalista di Rete 4 e compagno della premier Giorgia Meloni. Durante la puntata di Diario del Giorno (ospite Pietro Senaldi), in cui si affrontavano i recenti casi di violenza sessuale che hanno scosso l'opinione pubblica, come quelli di Palermo e Caivano, Giambruno ha affermato: "Se tu vai a ballare, hai tutto il diritto di ubriacarti - non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento dice Senaldi e nessun tipo di inciampo - però se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche e poi rischi effettivamente che il lupo lo trovi". Parole che hanno scatenato un vespaio.

"Giambruno alle donne: per non essere stuprate evitate di ubriacarvi, perché c'è 'il rischio che poi il lupo lo trovi'. Victim blaming allo stato puro. Dimentica di dire agli uomini, gli unici colpevoli, di evitare di stuprare. Ripugnante, offensivo, inadatto a stare dove sta", dichiara sui social Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito democratico.

La senatrice del Pd Sandra Zampa scrive in un tweet: "Ci mancava pure il marito della premier a sparare altre idiozie sulle donne. Non bastano le aggressioni, le violenze e le ingiustizie che continuamente subiscono. No, devono ascoltare le geniali considerazioni di Giambruno. Ma basta! Non fatecele sentire più!".

"Prima di Caivano, ci si deve augurare che Meloni affronti la questione in casa propria, spiegando a Giambruno che colpevolizzare le vittime di una violenza, tanto più in diretta tv, è una pratica barbara e perversa, che scaturisce dai peggiori stereotipi machisti e patriarcali", dice Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd.

"'Se non ti ubriachi non trovi il lupo'. I fatti terribili di Palermo e Caivano ci restituiscono una fotografia allarmante della società cui consegniamo i nostri figli e le nostre figlie", scrive Vittoria Baldino, vice capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, in un lungo post su Facebook in cui sottolinea tra l'altro che "abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale che parta dalle famiglie, dalle scuole, con l’introduzione di una disciplina ad hoc come l’educazione all’affettività, dall’informazione e dal sistema mass mediatico laddove il Giambruno pensiero non avrà mai più cittadinanza". "Mi auguro che la dirigenza di Mediaset prenda subito le distanze da questa dichiarazione inquietante. Quanto alla presidente Meloni, fossi in lei mi affretterei a consigliare al mio compagno di chiedere scusa perché questo messaggio non sia assimilato alla forma mentis del contesto familiare della donna che guida il Paese", conclude Baldino.

Per la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, "le parole del giornalista Andrea Giambruno sono molto gravi. Nel suo mondo al contrario secondo lui una ragazza ha il diritto di essere al sicuro solo se non beve? Una ragazza deve rinunciare a ballare, uscire di casa, vivere, bere un drink per timore di trovare il lupo? Ancora con questa disgustosa storia del 'se l’è cercata'? Certa superficialità contribuisce a trasformare la vittima in colpevole. Non è tollerabile".

"Quindi per Andrea Giambruno, compagno della premier Meloni, il fatto che una ragazza possa bere qualcosa in discoteca la fa diventare automaticamente vittima sacrificale per subire violenze o essere stuprata - dichiara Carla Taibi, tesoriera di +Europa - Normalizzare la bestialità dei ragazzi sulle ragazze, colpevolizzando queste ultime per come si vestono o per quello che fanno, determina un problema per la cultura del nostro Paese, sdoganando i peggiori comportamenti a danno delle donne". "Quello che ci si aspetta da un servizio di informazione è la condanna delle violenze e ribadire con forza che un rapporto debba essere consensuale. I corpi delle donne non sono nella disponibilità di nessuno a meno che non siano loro a deciderlo. Cosa fa l’Ordine dei giornalisti di fronte a queste uscite prive di rispetto e sensibilità?", conclude Taibi.

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