Cortei in tutto il mondo per chiedere che vengano salvate le persone, rapite lo scorso 7 ottobre. Capo di Stato maggiore di Tel Aviv: "Il tempo stringe". Macron: "Non abbandoniamo i nostri figli"
Manifestazioni si terranno in Israele e in tutto il mondo per accompagnare il countdown verso il triste traguardo dei cento giorni di prigionia con la richiesta di liberare le persone, rapite il 7 ottobre scorso da Hamas. Si ritiene che 132 ostaggi siano ancora a Gaza, dopo che 105 sono stati liberati durante una tregua durata una settimana a fine novembre. In precedenza erano stati rilasciati quattro ostaggi e uno era stato salvato dai militari israeliani. Sono stati recuperati anche i corpi di otto ostaggi, mentre altri tre sono stati uccisi per errore dall'esercito israeliano. Le Forze di Difesa Israeliane hanno confermato la morte di 25 persone ancora detenute da Hamas, citando nuove informazioni ottenute dalle truppe che operano a Gaza. Un'altra persona risulta scomparsa dal 7 ottobre e il suo destino è ancora sconosciuto.
"La Francia non abbandona i suoi figli, ecco perché i negoziati per il loro rilascio devono essere ripetuti e rinnovati ancora e ancora" ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un messaggio, inviato ai manifestanti di Tel Aviv che chiedono la liberazione degli ostaggi. Nel suo discorso, Macron ha fatto riferimento a Eitan Yahalomi, Mia Schem, Erez e Sahar Calderon, prigionieri liberati che hanno cittadinanza francese e ha ricordato Elia Toledano, ucciso dopo essere stato rapito il 7 ottobre. "La nazione francese - ha detto ancora - è determinata a far sì che i genitori ancora prigionieri Ohad Yahalomi e Ofer Calderon ritornino dai loro figli liberati, che Orion Hernandez Radoux venga liberato, e che tutti gli ostaggi degli attacchi terroristici del 7 ottobre siano liberati".
"Il tempo stringe" per il ritorno a casa degli ostaggi, dice il Capo di Stato Maggiore israeliano, il generale Herzi Halevi, dicendo di "no ai tentativi di ricatto sul cessate il fuoco". "Sono cento giorni dall'inizio della guerra. Cento giorni in cui gli ostaggi sono ancora trattenuti a Gaza dai crudeli terroristi di Hamas. Stiamo lavorando con tutti i mezzi, per lo più coperti, per restituirli e continueremo a farlo finché non saranno tornati tutti. Questo compito non è ancora terminato. So che ogni minuto ha un significato cruciale e noi non siamo indifferenti. Il tempo stringe per la restituzione degli ostaggi e noi non lo dimentichiamo nemmeno per un momento". Halevi ha voluto, poi, riaffermare che per "ottenere risultati reali, dobbiamo continuare a operare nel territorio del nemico, senza permettere tentativi di ricatto su un cessate il fuoco che apparentemente non porterà a risultati reali".
Un gruppo di israeliani che chiedevano il rilascio dei prigionieri, detenuti a Gaza, nuove elezioni e la fine del mandato di Benjamin Netanyahu come primo ministro ha bloccato già ieri un'autostrada a Tel Aviv, secondo quanto riportato dai media israeliani, che parlano anche di manifestanti trascinati via dalla polizia.
Un funzionario di Hamas ha ringraziato il Qatar per aver inviato medicinali nella Striscia di Gaza "alla luce dei numerosi rischi che minacciano la vita dei palestinesi". "Alcune medicine saranno usate per curare i prigionieri israeliani", ha aggiunto Osama Hamdan, un leader di Hamas residente in Libano, in una conferenza stampa a Beirut. Israele aveva annunciato venerdì scorso di aver stretto un accordo con il Qatar che avrebbe consentito la consegna di medicinali agli ostaggi, tenuti a Gaza da Hamas.