Membri divisi sull'ingresso di Kiev nell'alleanza. "Non possiamo annettere una nazione mentre era in guerra", la posizione di Germania e Lussemburgo
Riuniti a Oslo, i ministri degli Esteri della Nato hanno intensificato le pressioni su Turchia e Ungheria per la ratifica dell'ingresso della Svezia nell'Alleanza, ma non hanno ancora adottato una linea sulla possibile adesione dell'Ucraina.
Gli alleati "hanno dato la loro parola" alla Svezia che sarebbe entrata e questa promessa va onorata, ha sottolineato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Spero che "il gioco si concluda presto" e la Svezia entri prima del summit Nato di Vilnius l'11-12 luglio, ha aggiunto il collega lussemburghese Jean Asselborn. Il ministro svedese Tobias Billstrom, presente come ospite, ha sottolineato che il suo paese ha adempito a tutte le richieste turche. "E' tempo che Turchia e Ungheria avviino la ratifica dell'adesione della Svezia", ha affermato, sottolineando il sostegno ricevuto da molti membri dell'Alleanza Atlantica.
"Ho parlato all'inizio della settimana" con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, rieletto domenica scorsa, e "andrò anche ad Ankara nel prossimo futuro per continuare a parlare di come possiamo garantire l'adesione più rapida possibile della Svezia", ha assicurato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Ma non tutti sono ottimisti. Il ministro degli Esteri ceco, Jan Lipavský, ha detto di temere che la Svezia non riesca ad entrare prima del summit di Vilnius, diventando il 32esimo membro dell'Alleanza dopo l'ingresso della Finlandia in aprile.
Su un possibile futuro ingresso dell'Ucraina, non vi è invece una posizione condivisa. Gli alleati "devono dare risposte molto concrete su come l'Ucraina si potrà avvicinare alla Nato e diventare un giorno membro dell'Alleanza", ha affermato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis. "Serve un messaggio forte che non vi saranno più zone grigie" nelle zone che la Russia considera sotto la sua influenza, gli ha fatto eco il collega estone Margus Tsahkna.
"Resta in vigore la politica della porta aperta della Nato, ma allo stesso tempo è chiaro che non possiamo discutere dell'adesione di nuovi membri che si trovano nel bel mezzo di una guerra", ha puntualizzato la tedesca Baerbock. "Nei suoi 75 anni di esistenza, la Nato non ha mai ammesso una nazione mentre era in guerra", ha aggiunto Asselborn.
Stoltenberg ha sottolineato che l'Alleanza è ora concentrata sull'aiuto all'Ucraina perché si difenda dalla Russia ma che, una volta cessato il conflitto, la Nato dovrà offrire garanzie di sicurezza all'ucraina perché "la storia non si ripeta".