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Attacco a Rafah, Netanyahu accelera. Israele: centro Hamas sotto sede Onu

Il premier israeliano vuole richiamare i riservisti

Benjamin Netanyahu - Fotogramma /Ipa
Benjamin Netanyahu - Fotogramma /Ipa
11 febbraio 2024 | 00.58
LETTURA: 3 minuti

Israele si prepara ad un nuovo attacco nella Striscia di Gaza. L'obiettivo delle Forze di difesa (Idf) è la città di Rafah, nel sud dell'enclave, dove si calcola vivano attualmente 1,2 milioni di persone, compresi moltissimi palestinesi che hanno abbandonato il nord della Striscia. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha disposto l'evacuazione dei civili, chiaro segnale relativo ai prossimi passi programmati.

Ora, mentre si diffondono le news sulle vittime dei raid aerei, arrivano anche altre indicazioni operative. Il primo ministro ha chiesto al capo di Stato Maggiore Herzi Halevi di richiamare nuovamente i riservisti per farli partecipare all'operazione di terra a Rafah. Un'inversione di rotta rispetto ai provvedimenti adottati a gennaio, quando alcuni reparti erano stati ritirati dalla Striscia di Gaza per la rotazione prevista o per attività di addestramento già programmate.

Adesso, Israele sembra tornare a spingere secondo le informazioni anticipate da Channel 13, che cita un ''alto funzionario israeliano'' a condizione di anonimato. Halevi avrebbe detto al premier che l'esercito è in grado di svolgere qualsiasi compito. La stessa fonte ha detto che l'operazione dell'esercito a Rafah è sempre più vicina all'inizio, ma prima del via è necessario un coordinamento con l'Egitto: su questo aspetto bisogna ancora lavorare.

Nel quadro internazionale, nelle ultime ore si alza la voce dell'Arabia Saudita che preannuncia "gravissime ripercussioni in caso di offensiva" contro Gaza. "Il Regno ribadisce la sua categorica opposizione e la totale condanna" dell'operazione, rinnovando "la richiesta per un immediato cessate il fuoco", afferma il ministero degli Esteri di Riad.

Intanto, le Idf riferiscono di aver trovato un centro per l'intelligence di Hamas sotto il quartier generale dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, nel quartiere Rimal di Gaza City. Qui l'Idf aveva già smantellato un battaglione locale di Hamas.

Al momento della prima offensiva di terra a Gaza City, i militari non avevano trovato né sapevano molto del data center di Hamas. Si è riusciti a individuare il luogo dove scavare per venti metri grazie alle informazioni ottenute attraverso gli interrogatori dello Shin Bet ai terroristi catturati.

''L'Unrwa non sa cosa ci sia sotto il suo quartier generale a Gaza'', scrive in un tweet il direttore dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Philippe Lazzarini, aggiungendo che ''l'Unrwa è venuta a conoscenza attraverso i media delle notizie circa la presenza di un tunnel sotto il quartier generale a Gaza''.

Lazzarini ricorda che ''il personale dell'Unrwa ha lasciato il suo quartier generale a Gaza City il 12 ottobre in seguito agli ordini di evacuazione israeliani e all'intensificarsi dei bombardamenti nell'area. Non abbiamo utilizzato quel complesso da quando lo abbiamo lasciato, né siamo a conoscenza di alcuna attività che possa aver avuto luogo lì''.

Lazzarini afferma inoltre che, ''attraverso i media apprendiamo che l'esercito israeliano ha schierato truppe all'interno del quartier generale dell'Unrwa a Gaza City. Non siamo pertanto in grado di confermare o comunque commentare tali segnalazioni''. L'agenzia ha effettuato l’ultima ispezione delle sedi a Gaza nel settembre 2023, spiega, aggiungendo che ''Le autorità israeliane non hanno informato ufficialmente l'Unrwa del presunto tunnel''.

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