Nessuna vittima, pochi danni materiali, ma impatto simbolico enorme
Quella di oggi è la seconda incursione di droni a Mosca, a 450 chilometri dal confine ucraino in linea d'aria, dopo quella che ha portato altre due aerei senza pilota sul Cremlino lo scorso 3 maggio. Anche in quel caso, l'attacco alla capitale si era verificato, come quello di oggi, alle prime ore della giornata. I due droni erano stati fatti esplodere sulla cupola del Palazzo del Senato del Cremlino. Nessuna vittima, pochi danni materiali, solo due tegole del manto in rame a copertura del tetto da sostituire, come questa mattina, ma impatto simbolico enorme.
Il centro del potere in Russia e, oggi, anche la zona in cui risiedono le élite del Paese, nei boschi intorno all'autostrada della Rublyovka, la stessa aerea in cui si trova Novo Ogarevo residenza del presidente Vladimir Putin e quella del numero due del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev. Non è ancora chiaro quanti siano stati i droni coinvolti nell'attacco, forse 32. Variano anche le versioni di Mosca sul numero dei droni abbattuti. Tre di questi, secondo quanto hanno ammesso il presidente della Commissione informazione della Duma Aleksander Khinshtein e il comandante della Wagner Evgheny Prigozhin, sono stati abbattuti mentre sorvolavano la zona della Rublyovka.
Lo scorso febbraio, un altro drone, molto probabilmente un UJ-22 di fabbricazione ucraina, si era schiantato a un centinaio di chilometri da Mosca. E a dicembre, un attacco con droni aveva colpito la base aerea di Engels, a 600 chilometri dal confine con l'Ucraina, provocando tre morti.
Dall'inizio dell'anno, la Bbc ha contato, sulla base delle informazioni raccolte dai media in Russia, più di 30 attacchi con droni all'interno della Russia e dei territori ucraini controllati dalla Russia, la maggior parte dei quali tuttavia nelle vicine Bryansk e Belgorod e in Crimea. Gli obiettivi di questi attacchi, tutt'altro che simbolici invece, sono raffinerie, depositi di carburante, altre infrastrutture.