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Coronavirus, Borrelli: "21 morti in Italia"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
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28 febbraio 2020 | 19.01
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Il bilancio è di 21 morti e 46 persone guarite dal coronavirus. E' il bollettino reso noto dal commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus Angelo Borrelli nel pomeriggio di oggi.

Le ultime vittime in Italia sono tre ultraottantenni e un 77enne che avevano un quadro clinico complesso. "Quello che ci viene detto dalle sanità regionali è che si tratta di persone di età elevata e che hanno una serie di patologie pregresse, quindi il coronavirus è intervenuto in un quadro clinico complicato - ha chiarito Borrelli - Ora si tratta di fare indagini e le farà l'Iss per capire se la causa della morte è il coronavirus o altro". In Emilia Romagna c'è stato un secondo decesso, si tratta di un cittadino lombardo di 85 anni, residente in uno dei Comuni del focolaio, ricoverato a Piacenza.

"Una delle due ordinanze che ho firmato riguarda il potenziamento dei dispositivi di ventilazione per i nostri ospedali" ha detto il commissario straordinario. "Si sta lavorando a un Dpcm che andrà a ridisegnare le misure nei territori regionali in vista della scadenza delle ordinanze emanate a doppia firma dal ministro della Salute e dai presidenti delle regioni interessate", ha aggiunto. "Ieri sera abbiamo avuto la segnalazione di più di 100 persone in coda che attendevano di essere visitate" a Lodi ma "abbiamo sentito i colleghi della sanità della Lombardia che hanno confermato che avevano già dato disposizioni per rinforzare il presidio del pronto soccorso e questa mattina la situazione è rientrata nella normalità".

Nell'ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del coronavirus sul territorio nazionale, fa sapere la Protezione Civile che al momento 894 persone hanno contratto il virus. Nel dettaglio: i casi accertati di coronavirus in Lombardia sono 531, 151 in Veneto, 145 in Emilia-Romagna, 19 in Liguria, 11 in Piemonte, 8 in Toscana, 11 nelle Marche, 4 in Sicilia, 4 in Campania, 3 nel Lazio, 3 in Puglia, 1 in Abruzzo, 1 in Calabria e 1 nella Provincia autonoma di Bolzano. I pazienti ricoverati con sintomi sono 345, 64 sono in terapia intensiva, mentre 412 si trovano in isolamento domiciliare e 46 persone sono guarite.

''Un paziente sardo, assistito in Lombardia, è risultato positivo al coronavirus" comunica la Regione Sardegna. "L'uomo, attualmente in Lombardia, è in quarantena con i suoi familiari. Si sottolinea che ad oggi nessuna delle persone sottoposte a vigilanza è in una condizione tale da destare allarme''. Mentre la Direzione regionale alla Sanità della Regione Umbria comunica che in Umbria sono stati riscontrati due casi d'importazione di infezione da coronavirus, non riconducibili dunque a focolai locali. Nei giorni scorsi, uno dei due pazienti si è recato in Emilia Romagna mentre l'altro è venuto in contatto a Roma con un residente del comune di Castiglione D'Adda.

"In base ai dati che abbiamo ricevuto dalle Regioni sappiamo che le persone decedute avevano altre patologie ed erano risultate positive al virus. Sono persone con un quadro clinico che conosciamo parzialmente, è difficile fare una valutazione solo su dei numeri". Lo ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), durante la conferenza stampa nella sede della Protezione civile a Roma. Per conoscere la reale causa dei decessi l'Iss condurrà un'indagine. "Elementi ulteriori dobbiamo valutarli e quindi ora non siamo in grado di essere più precisi. Purtroppo, e su questo siamo precisi, queste persone sono decedute".

"Lo scenario che stiamo valutando e misurando in queste ore è uno scenario che ancora non risente delle misure adottate, perché il tempo che intercorre tra il possibile contatto e il momento in cui può manifestarsi l'infezione è un tempo medio di circa una settimana". Brusaferro ha spiegato quindi che "il tempo medio è di una settimana con valori minimi o superiori, tanto che consideriamo 14 giorni sostanzialmente l'arco di tempo di sicurezza per verificare che non si sia trasmessa l'infezione". Quindi - ha precisato "stiamo misurando in realtà un fenomeno che si sta evolvendo e nei prossimi giorni valuteremo l'impatto delle misure adottate". "Il dato che va sottolineato - ha aggiunto il presidente Iss - è che dentro questi numeri c'è una buona metà di persone positive asintomatiche, cioè persone che grazie al fatto di essersi sottoposte al tampone hanno avuto un'infezione. Infezione - ha rimarcato - che passa in maniera totalmente asintomatica. Per loro è importantissimo comportarsi in maniera tale da non trasmettere l'infezione ad altri".

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