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Vaccino Johnson & Johnson e trombosi, rinviata distribuzione dosi in Ue

La decisione della casa farmaceutica dopo lo stop precauzionale negli Usa. In Europa erano attese 170 milioni di dosi. L'Ema avvia indagine: "Non chiaro nesso trombosi-vaccino"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
13 aprile 2021 | 16.53
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Vaccino Johnson & Johnson, trombosi rare e stop precauzionale negli Usa dopo che sei giovani donne hanno sviluppato coaguli nel sangue a 2 settimane dalla somministrazione. E così l'azienda decide di rinviare la consegna del prodotto anti coronavirus in Europa. "Abbiamo preso la decisione di ritardare la distribuzione del nostro vaccino Covid 19 in Europa", la scelta "proattiva" annunciata dal gruppo farmaceutico Usa. J&J spiega che è in corso l'esame di questi episodi anche con le autorità europee.

Sono 170 milioni le dosi del vaccino Johnson & Johnson che erano attese nell'Unione europea entro la fine di settembre, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi dal commissari Ue all'Industria, Thierry Breton. Con la sospensione delle consegne decisa dall'azienda Usa, non è chiaro al momento come questo impatterà sulla campagna vaccinale in Europa. Secondo le previsioni, l'azienda avrebbe dovuto consegnare almeno 50 milioni di dosi all'Europa entro la fine di giugno, e altre 120 milioni di dosi tra luglio e settembre. Queste consegne fanno parte del contratto da 200 milioni di dosi stipulato tra l'azienda Usa e la Commissione europea ad ottobre dello scorso anno. In base all'accordo, gli stati membri potranno acquistare ulteriori 200 milioni di dosi del vaccino J&J.

Secondo la strategia europea, i vaccini acquistati dalla Commissione Ue vengono distribuiti ai vari stati membri in base alla popolazione. Nel complesso, secondo i dati pubblicati sul sito della Commissione, la Ue si è finora assicurata 2,6 miliardi di dosi di vaccino, così suddivise: 600 milioni di Pfzier-BionTech; 460 milioni Moderna; 405 milioni Astrazeneca; 400 milioni Johnson & Johnson. Per i vaccini che ancora non sono disponibili, sono previste 405 milioni di dosi di Curevac e 300 milioni di dosi di Sanofi-Gsk.

J&J in Italia, quante dosi sono arrivate e quante ne aspettiamo

Il vaccino J&J arriva intanto in Italia: sono 184mila le dosi del prodotto Janssen dal pomeriggio nell’hub nazionale della Difesa di Pratica di Mare. Si tratta del primo lotto del vaccino statunitense che giunge nel nostro Paese. Lo fa sapere la struttura del commissario straordinario all'emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo.

Nella tarda serata di ieri sono state inoltre consegnate circa 175mila dosi di vaccino Vaxzevria. I due arrivi sono parte dei 4,2 milioni di dosi che giungeranno in Italia nel periodo 15-22 aprile, che, assieme a quelle nelle disponibilità delle Regioni, contribuiranno in modo significativo al raggiungimento del target della campagna a livello nazionale. L'arrivo e lo stoccaggio dei vaccini presso l'hub nazionale di Pratica di Mare è gestito dal Comando operativo di vertice interforze nell’ambito dell'operazione Eos. Il vaccino Janssen è il quarto approvato dalle autorità sanitarie nazionali, dopo Pfizer, Moderna e Vaxzevria.

"Nel secondo trimestre dell'anno - spiegava nei giorni scorsi il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa Giorgio Palù- saranno in arrivo 17 milioni di dosi di vaccino anti Covid di Pfizer, e da J&J verso fine aprile ne arriveranno altre 7-10 milioni. Moderna arriverà in una quantità più bassa e CureVax arriverà un po' più in là".

Ema avvia indagine: "Non chiaro nesso trombosi-vaccino"

L'agenzia europea del farmaco Ema sta "indagando sui casi" di trombosi rare segnalate dopo la vaccinazione anti-Covid "per decidere se sia necessaria un'azione" dal punto di vista "regolatorio". E' quanto ha dichiarato l'agenzia Ue in un comunicato rimbalzato sulla stampa internazionale, dopo la decisione Usa di mettere in pausa le somministrazioni del vaccino anti-Covid Johnson & Johnson. L'Ema ha avviato la revisione sui segnali di sicurezza riguardanti questo prodotto scudo, come annunciato nei giorni scorsi facendo il punto su quanto emerso dalla riunione del Comitato di farmacovigilanza Prac dell'Agenzia, e ha precisato che al momento "non è chiaro se c'è un link causale fra il vaccino e i coaguli" osservati.

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