Il presidente dell'Ordine all'Adnkronos: "Questo è il cardine della nostra professione e non cederemo in nessun modo"
"Gli ospiti tv non li decide né la Commissione di Vigilanza, che peraltro si occupa solo di Rai, né il Copasir, per fortuna. Perché o si hanno evidenze di personaggi 'equivoci', e non solo che si suppongano tali, oppure gli ospiti li decide sempre il giornalista, e nemmeno l'azienda. Questo è uno dei cardini della nostra professione, a cui non intendiamo in nessun modo cedere". A parlare all'Adnkronos è il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli, commentando così le infuocate polemiche che imperversano in Italia sugli ospiti televisivi invitati nei talk show a parlare della guerra in corso, alla luce delle audizioni in Vigilanza al Copasir su questo tema.
"Si possono esprimere delle critiche sulle modalità specifiche di certe scelte -scandisce Bartoli- ma sulla questione generale nessun arretramento da parte nostra". Il presidente dell'Ordine dei Giornalisti interviene anche sul dibattito in merito all'intervista al ministro degli Affari Esteri Sergei Lavrov, intervistato a 'Zona Bianca' da Giuseppe Brindisi. "Credo che qualunque giornalista avrebbe fatto quell'intervista a Lavrov -chiarisce Bartoli- Si può discutere sul modo in cui è stata condotta, o meglio ancora sul fatto che prima o dopo poteva essere registrata una presa di distanza su alcune dichiarazioni. Ma la professione del giornalista è questa".
Circa la dibattuta opportunità della presenza di giornalisti russi nelle trasmissioni italiane, Bartoli all'Adnrkonos è chiaro: "Io credo che più che usare il bilancino per sapere quanti ospiti di un tipo e quanti di un altro invitare, la questione vada posta sulla qualità, competenza e capacità di chi si invita", sottolinea. Nello specifico: "Troppi giornalisti russi? Forse, ma anche troppi personaggi improvvisati, le stupidaggini possono arrivare da ogni fonte. Cerchiamo dunque di fare una cernita sulla qualità degli ospiti, su quello sì, ci sarebbe molto da lavorare".