Il Cavaliere rilancia 'operazione scoiattolo' tra il M5S
Posso farcela... Silvio Berlusconi è convinto di potersi giocare le sue carte per il Quirinale dalla quarta votazione in poi attraverso una metodica 'campagna elettorale' a 360 gradi, pescando voti nella 'terra di mezzo' del Misto, soprattutto tra gli ex Cinque stelle, ma anche a sinistra, a cominciare da Italia Viva. Non a caso, fanno notare fonti azzurre, Antonio Tajani, numero due di Fi, oggi ha citato proprio Matteo Renzi, spiegando che bisogna guardare le prossime mosse dell'ex segretario del Pd per districarsi nel risiko del Colle: ''Oltre ai numeri del centrodestra ci sono quelli del gruppo misto che saranno decisivi. Poi bisognerà vedere cosa farà Renzi...". Tra gli azzurri c'è chi assicura che il confronto con i renziani resta aperto e chi scommette che il Cav e l'ex rottamatore si siano sentiti durante le vacanze per uno scambio di vedute, anche se lo staff forzista smentisce contatti tra i due leader.
Chi ha avuto modo di incontrarlo ad Arcore in questi giorni tra Natale e Capodanno avrebbe trovato un Berlusconi determinato più che mai, con le schede dei singoli parlamentari disseminate sul tavolo, intento a cercare potenziali sostenitori. Quanto al Pd, non pochi forzisti fanno notare che il leader azzurro potrebbe contare sull'opera di moral suasion di Gianni Letta nei confronti del nipote Enrico, attuale segretario dem. In particolare, apprende l'Adnkronos, il presidente di Forza Italia avrebbe chiesto ai suoi deputati e senatori contattati in questi giorni di fare scouting quirinalizio tra i Cinque stelle e gli ex pentastellati. Una tattica che a molti ha fatto venire in mente la cosiddetta "operazione scoiattolo", ovvero la manovra lanciata da Berlusconi nel 2018 per strappare al Movimento il numero di parlamentari necessari a far cadere il governo gialloverde e riportare a palazzo Chigi il centrodestra.
Altra variabile, difficile da gestire, resta quella del 'fuoco amico', legata al rapporto con gli alleati e agli equilibri interni alla coalizione. E' forte il timore di franchi tiratori, più nella Lega che altrove, visto le divisioni tra 'salviniani' e 'giorgettiani'. Più controllabile, invece, secondo fonti azzurre, sarebbe l'eventuale fronda interna a Forza Italia. Discorso a parte per Fdi, dove Giorgia Meloni ha saldamente in mano il partito e quindi la sua linea politica è molto più decifrabile di quella leghista.