28 settembre 2022 | 16.39
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''Ho chiamato la Meloni per farle i complimenti e le ho consigliato di mettere Sgarbi come ministro della Cultura, sarebbe una delle poche volte che si sceglie una persona che ha una competenza specifica in questo ambito''. E' quanto racconta Marco Castoldi in arte Morgan all'Adnkronos, sui risultati delle elezioni politiche 2022 che hanno visto una vittoria netta di Fdi, il partito guidato da Giorgia Meloni. ''La Meloni - dice il cantautore - ha una grandissima esperienza politica, è stata sempre vicina alla gente. E' una donna che ha il senso della società ed è interessata ai bisogni delle persone. Non ha bisogno di andare a comprarsi gli slogan come fanno i politici che vivono fuori dal mondo''. E a chi dice che con la vittoria della Meloni c'è il rischio di una ''deriva estremista'' Morgan sottolinea: ''Ma quale deriva estremista? L'alternanza politica è un segno di democrazia. La Meloni è l'unica che è stata in grado di fare opposizione in questi anni''. ''Basta con questo spauracchio della deriva fascista è una puttanata pazzesca! Parlano di fascismo perché evidentemente non hanno altri argomenti - continua - i mie colleghi, i cantanti che continuano gridare 'fascismo, fascismo' sono soltanto degli individualisti che pensano solo al loro conto in banca, non gliene frega niente della società. Il fascismo non esiste più così come non c'è più il Partito Comunista. Come disse Giorgio Gaber: 'Fascismo e comunismo sono vecchi soprannomi per anziani'''.
''Se vuoi fare politica devi sapere - continua Morgan - devi interpretare i bisogni della gente e la Meloni lo ha fatto. In passato ho votato la sinistra, io ho un pensiero libertario perciò il mio voto lo do a chi ritengo possa rappresentarmi in quel momento''. Il cantante preferisce non dire chi ha votato: ''Il voto è segreto e quindi sarebbe stupido dire per chi ho votato. In passato quando c'era Bertinotti, votavo la sinistra, mi piaceva anche Achille Occhetto ma era un'altra sinistra''. Poi Morgan parla del tema che gli sta più a cuore: la cultura. "Il governo precedente l'ha massacrata - prosegue l'artista - io spero che arrivino persone nuove e competenti che investano sulla cultura. La cultura è necessaria, la gente la vuole e ne ha bisogno come il pane. Il Governo uscente non ha capito un ca... se ne sono fregati altamente. La forza culturale è anche una questione di mercato, la cultura è una parte importante del Pil". Persino ''la pubblicità che è l'anima del commercio la fanno gli artisti - aggiunge - ammazzarli a cuor leggero significa fare una operazione fallimentare non solo da un punto di vista culturale ma anche economico''. Morgan spiega anche di aver chiesto alla Meloni di non buttare via i progetti culturali validi che la sinistra ha messo in piedi in questi anni come ad esempio i portali, i progetti interattivi e multimediali, ''ho chiesto alla Meloni di non distruggere quello che è stato fatto di buono ma di prenderlo in mano e gestirlo'', spiega.
''La destra un tempo si è preoccupata delle questioni economiche e la sinistra delle questioni culturali - dice ancora Morgan - ora avviene esattamente l'opposto. La destra, quasi per disperazione, si è data da fare in termini culturali mentre la sinistra che stava seduta sugli allori non ha fatto nulla. Hanno massacrato la cultura italiana! Finalmente in un programma politico (quello di Fdi, ndr) c'è qualcuno che parla della lingua italiana, era ora che qualcuno lo facesse. E' grave ad esempio - prosegue - che i software che vendono nel nostro paese non abbiano dentro dei manuali in italiano e il risultato è che noi artisti lavoriamo peggio perché non abbiamo un manuale in italiano. Dobbiamo cominciare a mettere l'obbligo, a chi vende software in Italia, gli americani, di mettere i manuali anche in italiano. La Meloni è l'unica che nel suo programma elettorale ha mostrato interesse per il discorso linguistico e per il vocabolario della lingua italiana - continua Morgan - c'era un passaggio nel suo programma in cui si diceva che ci sono ambiti in cui gli inglesismi vanno tolti ed è giustissimo perché sennò la lingua italiana muore. Bisogna amare il nostro paese, mettiamo anche in Italia l'obbligo di trasmettere almeno il 50% di musica come fanno in Francia, solo così come si rafforzerebbe subito il mercato discografico'''.(di Alisa Toaff)