Il presidente ucraino: "Pronti al dialogo ma non alla capitolazione"
Su Crimea e Donbass con la Russia "possiamo discutere e si può trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere". Ad affermarlo, in un'intervista a 'Abc News Tonight', è il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. L'Ucraina, in guerra dopo l'invasione ordinata da Mosca, "è pronta al dialogo ma non alla capitolazione". La domanda chiave, sottolinea Zelensky, "è 'come vivranno le persone in questi territori, chi vuole far parte dell'Ucraina?'". Quello che è importante, aggiunge, "è che Putin inizi a parlare, inizi un dialogo, invece di vivere in una bolla di informazione senza ossigeno. Penso che sia lì che si trova".
Zelensky è pronto ad avviare negoziati sullo status di Donbass e Crimea anche se non accetterà la richiesta di Mosca di riconoscere l'indipendenza, o l'annessione della Penisola sul Mar Nero alla Russia. "Sono disponibile per un dialogo, ma non per una capitolazione. Possiamo discutere e trovare un compromesso sul come la vita proseguirà per questi territori", precisa. La richiesta di Mosca per il riconoscimento "è un altro ultimatum, e noi non accettiamo ultimatum".
Secondo Zelensky la guerra tra Russia e Ucraina sarà solo l'inizio di una escalation perché Mosca "non si sazierà". "Questo conflitto non finirà così ma scatenerà una guerra mondiale. Oggi la guerra è qui, domani sarà in Lituania, poi in Polonia, poi in Germania". Putin "può porre fine ad una guerra che ha iniziato. E se non pensa di aver dato inizio a tutto, deve sapere che può porre fine alla guerra".
"Se il mondo si terrà da parte, perderà se stesso. Per sempre. Perché ci sono valori incondizionati. Uguali per tutti. Il primo è la vita. Il diritto alla vita per tutti. Questo è esattamente ciò per cui stiamo combattendo in Ucraina. Questo è esattamente quello di cui i russi vogliono privarci. Questo è esattamente ciò che il mondo ha bisogno di proteggere", afferma, sottolineando che "sono 13 giorni che combattiamo il nemico. Ma lui ha ancora molte forze. La colpa di tutti i morti cadrà sicuramente su chi impartisce e su chi esegue degli ordini criminali. Ma la responsabilità cadrà anche su chi nell'occidente per 13 giorni non è in grado di prendere una decisione e chiudere il cielo o fornirci le difese aeree".