Giro di nomine nei posti chiave anche se la riforma ancora non decolla. Svolta sul solco della tolleranza zero contro i pedofili con la cancellazione del segreto pontificio
Si chiude un anno difficile per Papa Francesco. Il 2019 ha segnato l'anno record dei viaggi internazionali: Bergoglio ne ha compiuti sette, visitando undici Paesi. L'anno che sta per finire sarà ricordato anche per la svolta importante nel solco della tolleranza zero contro la pedofilia nella Chiesa con l'abolizione del segreto pontificio sui casi di abusi, frutto del summit internazionale anti-abusi che si è svolto in Vaticano a febbraio per volere del Papa.
Restano ancora diverse 'spine'. Sul fronte della riforma della Curia romana, la strada è ancora in salita. La bozza, dal titolo provvisorio 'Praedicate Evangelium', con la continua richiesta di emendamenti su emendamenti, non è ancora arrivata al traguardo. Nell'anno che sta per chiudersi il Papa ha comunque messo mano a nomine di peso in posti chiave. A partire da quella del neo prefetto della Segreteria per l’Economia, il gesuita Antonio Guerrero Alves, al posto del porporato australiano George Pell condannato in secondo grado a sei anni per pedofilia (la Corte suprema australiana, a novembre, ha accolto il suo ricorso contro la condanna). Bergoglio inoltre per la presidenza dell'Autorità di Informazione Finanziaria si è affidato ad un dirigente di Bankitalia, Carmelo Barbagallo.
Si ricorda che l’organismo di vigilanza - con la prima sezione della Segreteria di Stato - è stato travolto da un’inchiesta per presunte operazioni immobiliari illecite che ha portato alla sospensione di cinque dirigenti tra i quali il direttore dell’Aif, Tommaso Di Ruzza. In seguito alla vicenda legata alla diffusione esterna di documentazione che doveva rimanere ad uso interno relativa allo scandalo finanziario in Vaticano è saltata anche la testa del vertice della Gendarmeria, Domenico Giani, che ha rassegnato le dimissioni ad ottobre. Bergoglio ha poi provveduto ad un cambio di guardia a Propaganda e Fide chiamando, in sostituzione di Fernando Filoni, a capo del dicastero che si occupa delle missioni di tutto il mondo (la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli) il filippino card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila.
A ridosso di Natale, il Papa ha messo fine all'era Scola, accogliendo la rinuncia all'ufficio di decano del Collegio cardinalizio da parte del cardinale 92enne Angelo Sodano, e firmando al tempo stesso un Motu proprio con il quale ha stabilito che il decano d'ora in avanti rivestirà l'incarico per cinque anni e non più a vita. Su Sodano le accuse del cardinale Schonborn di avere insabbiato a suo tempo l'inchiesta sugli atti di pedofilia, compiuti dall'allora capo della diocesi viennese, Hans Hermann Groer.
Per quanto riguarda i viaggi internazionali di Francesco nel 2019, si registra un vero e proprio record. il Pontefice, infatti, ne ha compiuti 7 visitando 11 Paesi in 4 continenti. In sintesi, i sette viaggi papali hanno raffrontato i grandi snodi dell’azione pastorale di Bergoglio: i giovani, nel viaggio a Panama per la Giornata mondiale della gioventù; il dialogo interreligioso, nei viaggi negli Emirati Arabi Uniti e in Marocco con la firma del Documento sulla Fratellanza umana per la pace; il dialogo ecumenico, nelle visite in Bulgaria e Macedonia del Nord e in Romania. La difesa dell’ambiente e l’attenzione per i poveri nel viaggio in Mozambico, Madagascar e Mauritius.
La difesa della casa comune è stata anche tra i temi al centro del Sinodo Panamazzonico di ottobre che ha aperto pure spiragli importanti per l'ordinazione di preti sposati nei territori dove c'è carenza di sacerdoti. Ancora nulla di fatto invece per le donne diacono. Pace e promozione dei diritti umani sono stati al centro del viaggio asiatico in Thailandia e Giappone.
Quanto alle 'spine', nell'anno che verrà si dovrà anche fare luce sullo scandalo dell’investimento milionario fatto dalla segreteria di Stato vaticana che a Londra ha acquistato immobili di pregio per il quale sono stati sospesi dagli incarichi cinque funzionari fra cui il direttore all’authority antiriciclaggio del Vaticano (Aif) Di Ruzza. E' stato lo stesso papa Francesco - sul volo di ritorno da Tokyo - ad ammettere il forte sospetto di "corruzione" sul quale indaga la magistratura vaticana, pur sottolineando che per la prima volta la pentola è stata "scoperchiata" dall'interno.