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La Banca d’Italia è sempre più verde

Diffuso il Rapporto ambientale 2023 dell’istituto, che rende conto del proprio impatto sull’ambiente, delle azioni realizzate per ridurlo e di quelle programmate

(Fotogramma)
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25 luglio 2023 | 12.28
LETTURA: 5 minuti

La Banca d’Italia è sempre più verde. E’ quanto emerge dal Rapporto ambientale 2023 diffuso in questi giorni dall’Istituto. Pubblicato per la prima volta nel 2010, il Rapporto è lo strumento attraverso cui la Banca rende conto dell’impatto delle proprie attività sull’ambiente, delle azioni realizzate per ridurlo e di quelle programmate.

L’Istituto si caratterizza per una forte cultura ambientale, un’attenzione alla tutela dell’ambiente e alla sostenibilità a 360 gradi che comprende anche attività come gli investimenti finanziari sostenibili, la supervisione degli intermediari finanziari, l’educazione finanziaria e la ricerca economica.

Dal gennaio 2022 la Banca fa anche parte dell’organo di indirizzo strategico del Network for Greening the Financial System (NGFS), che comprende oltre 125 tra Banche centrali e autorità di vigilanza e coordina studi e scambi di esperienze sulla gestione del rischio ambientale e climatico nel settore finanziario.

Il Rapporto ambientale 2023

Nel 2022 l’impronta ambientale complessiva della Banca è migliorata rispetto al 2021. Infatti le emissioni totali di gas serra della Banca si sono ridotte del 2% rispetto all’anno precedente, confermando un consistente -22% circa rispetto al 2019. Prima del 2019 le emissioni di gas serra (calcolate secondo una diversa metodologia) si erano già ridotte del 61% rispetto al 2010, un risultato ottenuto grazie all’acquisto di energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili, deciso a partire dal 2013.

La Banca sta inoltre aumentando progressivamente la quota di energia autoprodotta da impianti fotovoltaici: è stato avviato il cantiere per la costruzione di un impianto fotovoltaico che a regime produrrà 380mila kWh all’anno presso il Centro Donato Menichella di Frascati (edificio già certificato secondo la norma ISO 50001). E sono in progetto ulteriori impianti per alcune filiali sul territorio.

Attualmente le principali fonti di emissione di gas serra della Banca sono dovute a:

  • energia e gestione degli edifici (44%)
  • mobilità (spostamenti casa-lavoro e viaggi di lavoro, 31%).

Ma andiamo a vedere nel dettaglio l’impatto dell’ente nei diversi settori.

Energia

I consumi di energia elettrica della Banca sono diminuiti del 2% e molti sono i progetti in cantiere per ridurli ulteriormente, oltre che per diminuire l’uso di combustibili fossili:

  • interventi sugli edifici e sugli impianti tecnologici (ad esempio, il rinnovo degli impianti di climatizzazione e delle centrali termiche; la sostituzione degli infissi e delle coibentazioni; l’installazione di luci a led; l’adozione di sistemi smart di termoregolazione e di illuminazione)
  • elettrificazione dei sistemi di riscaldamento
  • adozione di misure gestionali (ad esempio, durante l’estate 2023 il mantenimento negli uffici di temperature ambientali superiori di 1°C rispetto al valore previsto per gli edifici pubblici).

Rispetto al 2021 il Rapporto ambientale evidenzia una riduzione del 20% del consumo di combustibili per riscaldamento e delle relative emissioni, dovuta alle misure di risparmio energetico introdotte dalla legislazione nazionale e agli interventi di efficientamento realizzati.

Carta e plastica

Gli acquisti di carta hanno visto un calo del 27% rispetto al 2021 grazie ai progetti di dematerializzazione e digitalizzazione, che hanno portato la Banca a un livello di consumi pari a circa un terzo di quelli del periodo pre-pandemia.

Quanto all’uso della plastica, l’Istituto mira a esser Plastic-free. Dunque, nelle mense interne sono presenti erogatori di acqua in modo da limitare al massimo le bottiglie confezionate; stoviglie e bicchieri monouso sono usati solo se strettamente necessari e sono di carta riciclabile o materiale compostabile; laddove sia necessario usare le bottiglie, l’istituto si sta man mano spostando verso quelle con vetro a rendere.

Mobilità

La mobilità è una delle maggiori fonti di emissioni di gas serra della Banca d’Italia, spiega il Rapporto:

  • con la ripresa dei viaggi di lavoro, le emissioni connesse a questo settore sono aumentate rispetto all’anno precedente, pur restando su livelli molto più bassi rispetto al periodo pre-pandemico (-63% rispetto al 2019).

Per migliorare le cose, la Banca ha deciso di assegnare alle varie unità anche un ‘budget per i gas serra’ annuale, che viene progressivamente ridotto di una quota corrispondente alle emissioni associate a ciascun viaggio effettuato dall’unità stessa.

  • Per quanto riguarda poi gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, si è registrato un aumento del 10% anche a causa del rientro in sede dopo la fase pandemica. In questo ambito, l’Istituto intende ridurli e allo stesso tempo incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto ecosostenibili e della mobilità elettrica.

La Banca sta anche conducendo insieme all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) un progetto di ricerca per approfondire gli impatti ambientali dello smart working da mettere a disposizione di pubbliche amministrazioni e aziende.

Banconote

Un altro aspetto con significative ricadute ambientali che una Banca centrale deve considerare è la stampa delle banconote. In particolare, nel 2022 c’è stato un aumento delle emissioni di gas serra connesse con il ciclo di vita delle banconote, a causa del maggior quantitativo di materie prime acquistate per far fronte al più alto numero di pezzi da stampare assegnati alla Banca (807 milioni di banconote a fronte di 663 milioni nel 2021).

Per ridurre l’impatto ambientale su questo fronte, la Banca d’Italia agisce in più direzioni:

  • stampa le banconote presso uno stabilimento che dal 2004 possiede la certificazione ambientale ai sensi della norma ISO 14001
  • sta gradualmente rinnovando il parco automezzi blindati utilizzati per il trasporto del contante dal sito di produzione verso le Filiali introducendo modelli in linea con le più recenti direttive europee in materia di emissioni
  • da quest’anno invia le banconote logore ritirate a impianti di termovalorizzazione, in linea con le decisioni assunte nell’ambito dell’Eurosistema (lo scorso anno la percentuale di banconote logore inviate a impianti di termovalorizzazione era di poco inferiore al 90%). Si sta anche valutando la possibilità di riutilizzare le banconote logore in frammenti, in un’ottica di economica circolare.

Il futuro

Con il nuovo Piano strategico 2023-25, la Banca d’Italia si impegna ulteriormente a:

  • ridurre progressivamente la propria impronta ambientale e carbonica
  • compensare le emissioni, ad esempio attraverso iniziative di riforestazione e l’acquisto di crediti di carbonio
  • mettere a punto un Piano di transizione a più lungo termine, che descriva gli obiettivi di dettaglio, le azioni da realizzare e le riduzioni di gas serra ottenibili, con l’obiettivo di raggiungere nel 2050 le emissioni nette pari a zero per le operazioni interne.
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