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Sanità: libro-inchiesta su vittime sangue infetto, tra scandali e omissioni

In 'Sangue sporco. Trasfusioni, errori e malasanità', del giornalista Giovanni Del Giaccio, un viaggio dal Nord a Sud dell’Italia raccontando le storie di queste persone oggi malate

Copertina del libro 'Sangue sporco' di Giovanni Del Giaccio
Copertina del libro 'Sangue sporco' di Giovanni Del Giaccio
17 aprile 2015 | 12.53
LETTURA: 3 minuti

Contagiati dall'epatite C o dall'Hiv per una trasfusione. E' accaduto a migliaia di persone tra gli anni '70 e '90. Uno dei più inquietanti e dimenticati scandali della sanità italiana che ora il libro-inchiesta 'Sangue sporco. Trasfusioni, errori e malasanità' (Giubilei Regnani editore), del giornalista Giovanni Del Giaccio, ricostruisce con un viaggio dal Nord a Sud dell’Italia raccontando le storie di queste persone oggi malate.

"Sono migliaia le persone contagiate dall’epatite C e dal virus Hiv, anche se non c'è un numero preciso. E, a distanza di tanti anni, nessuno dei responsabili di questo scandalo ha pagato", afferma Del Giaccio all'Adnkronos Salute. Il libro, che uscirà lunedì, ripercorre alcuni casi simbolici e prova a far conoscere un fenomeno che ha avuto poco risalto sui media. 'Sangue sporco' sarà presentato oggi al Municipio di Latina. Del Giaccio, redattore del quotidiano 'Il Messaggero' per il capoluogo dell'Agro Pontino, ha realizzato un'inchiesta sul campo intervistando decine di persone, raccontando la storia di famiglie distrutte dagli errori medici apparentemente banali e avvenuti per superficialità e sufficienza.

"Ho incontrato un papà che ha perso due figli - spiega l'autore - una signora romena che lavorava nei campi a cui è stato detto che si era beccata la malattia perché era una prostituta. La sorella di un ufficiale delle Forze armate che ha preferito rimanere anonima". Nel libro si racconta anche della depressione di chi si è trovato improvvisamente a combattere con malattie che sconvolgono l’esistenza.

"Gli emoderivati erano considerati dei prodotti sicuri e spesso un toccasana per chi soffriva di emofilia - aggiunge Del Giaccio - spesso li tenevano per scorta anche nel frigo di casa. Invece nascondevano virus micidiali. Questa vicenda dal punto di vista giudiziario ha avuto un processo tenutosi a Trento che si è concluso con un'archiviazione, mentre a Napoli - sottolinea il giornalista - si è aperto ora un nuovo processo che vede coinvolto anche Duilio Poggiolini, l'ex direttore del Servizio farmaceutico nazionale imputato nella vicenda del sangue infetto".

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