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Meloni: "No a Patto che non si può rispettare. Draghi? Nessun attacco a lui ma al Pd"

La premier in Aula in vista del Consiglio Ue: "Io preferisco essere accusata di isolamento piuttosto che di aver svenduto l'Italia"

Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Fotogramma)
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Fotogramma)
12 dicembre 2023 | 16.21
LETTURA: 9 minuti

Sul Patto di stabilità "la trattativa è serrata, riteniamo che con la posizione italiana si stia difendendo il futuro dell'Europa, si stia facendo scudo, e faremo in modo di ottenere la migliore soluzione possibile". Così la premier Giorgia Meloni nelle sue repliche al dibattito alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 14 e 15. "Non darò il mio assenso ad un Patto di stabilità che nessun governo, non solo il nostro, può rispettare - avverte - Io preferisco essere accusata di isolamento piuttosto che di aver svenduto l'Italia come è capitato ad altri".

E sul Mes ribadisce che "la questione va affrontata nel quadro d'insieme, chi vuole ratifica, sappia che io non sarò mai favorevole. Chi lo chiede ora non fa un favore all'Italia". Sul tema, aggiunge, "intendo seguire la volontà del Parlamento".

"L'Italia si è impegnata sulla ratifica del trattato con il favore delle tenebre, il giorno dopo che Conte si era dimesso", scandisce la premier rivolgendosi alla segretaria del Pd, Elly Schlein. "Conte - accusa - ha dato il via libera quando era in carica solo per gli affari correnti, l'ha fatto senza mandato parlamentare, senza dirlo agli italiani, con il favore delle tenebre".

La leader dem da parte sua in Aula ribadisce quanto già dichiarato ieri: "Non è possibile bloccare tutta Europa sul Mes, ratificare non vuole dire attivarlo. Se Meloni non lo sa spiegare dovrebbe cambiare mestiere". E incalza: "Sulla riforma del Patto di stabilità siete stati assenti e non avete fatto asse per antipatia con Paesi più simili alla nostra condizione e ora rischiate di accettare il ritorno a regole rigide".

"No attacco a Draghi ma al Pd"

Nella replica la premier ricorda "la foto di Draghi sul treno con Macron e Scholz. Per alcuni la politica estera è farsi fare qualche fotografia, anche quando a casa non si portava niente. Io penso che l'Europa sia a 27 Paesi e bisogna parlare con tutti. Io riesco a parlare con la Germania, la Francia e anche l'Ungheria, perché penso che questo sia fare il proprio mestiere...''. La ''politica è saper dialogare e saper dialogare con tutti... Questo serve a dare all'Italia un ruolo da protagonista e questo è possibile perché c'è qualcuno che sa dialogare''.

Poi a margine puntualizza: "Non è un attacco a Draghi ma al Partito Democratico, che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”.

"Era un attacco al Pd secondo il quale la politica estera è solo farsi le foto con Francia e Germania, quando invece questo governo rivendica l’abilità di riuscire a dialogare con tutti in Europa e anche a livello internazionale. L’intenzione non era certo quella di attaccare Draghi e ancora di meno di attaccare l’impulso che Draghi è riuscito a dare nel sostegno europeo all’Ucraina", rimarca ancora la presidente del Consiglio.

Le comunicazioni in Aula

Risultati sul fronte Pnrr, la trattativa sulla modifica del Patto di stabilità, passando per "i conti in regola" dell'Italia "Paese virtuoso", "al netto" della misura del superbonus, "che pesa come un macigno". E poi i "risultati record sul fronte dell'occupazione", lo spread "sotto controllo" e le "agenzie di rating" che "danno fiducia all'economia italiana". La premier fa il punto intervenendo in Aula alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Patto di stabilità

"Il prossimo Consiglio Europeo del 13 e 14 dicembre arriva al termine di un anno complesso, che ha visto l'Unione europea nel suo complesso e i singoli Stati membri dover fronteggiare sfide e minacce esterne che ne hanno condizionato l'agenda e con le quali dobbiamo, e ancora dovremo fare i conti", dice la presidente del Consiglio.

"Come prevedibile - prosegue Meloni - l'appuntamento che ci apprestiamo a celebrare verterà in gran parte, ancora una volta, sui grandi temi dell'agenda internazionale. L'appuntamento di giovedì e venerdì a Bruxelles, preceduto da un importante vertice con i Paesi dei Balcani occidentali, ha al proprio ordine del giorno una serie di questioni cardine: l'aggressione russa dell'Ucraina, la crisi in Medio Oriente, l'allargamento dell'Unione Europea, l'attuazione della nuova politica migratoria Ue, la revisione del bilancio pluriennale per adattarlo alle sfide nuove con le quali ci confrontiamo".

"Ma mancherei di onestà intellettuale se non affrontassi per primo il tema che in questo momento vede maggiormente impegnata l'Italia e che avrà ricadute molto importanti sulla credibilità e sul futuro dell'Unione. Mi riferisco ovviamente alla riforma del Patto di stabilità e crescita, sul quale - rimarca la presidente del Consiglio - il governo è impegnato da mesi, in condizioni negoziali non semplici, nelle quali mai abbiamo smesso di perorare un approccio costruttivo e pragmatico, che consentisse finalmente di bilanciare l'elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l'imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti", le parole della leader di Fratelli d'Italia.

E "a dispetto delle semplificazioni giornalistiche che spesso alimentano una contrapposizione tra i cosiddetti Paesi virtuosi e Paesi spreconi, tra frugali e spendaccioni, oggi la posizione negoziale dell'Italia parte da una base di credibilità e serietà che ci viene riconosciuta, grazie all'azione del nostro governo e a quella in particolare del ministro Giorgetti", dice in Aula la premier.

"Se nonostante una trattativa difficilissima siamo ancora in partita, e se l'accordo finale è stato posticipato - auspicabilmente - a una nuova riunione dell'Ecofin che verrà convocata proprio nei giorni successivi al Consiglio europeo con il mandato di chiudere l'accordo entro l'anno", rimarca Meloni, "è perché tutti a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico 'tiriamo a campare' ma su una politica di bilancio seria e rigorosa che anche oggi voglio rivendicare".

"L'Italia non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni, per sperperare risorse senza controllo, ma lo fa in quanto il contesto in cui ci troviamo ad operare è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole più adeguate alla situazione che stiamo vivendo", sottolinea la premier, parlando della trattativa sulla modifica del Patto di stabilità.

"Perché l'Italia", rivendica Meloni, "è una Nazione virtuosa: lo testimonia innanzitutto l'avanzo primario che, fatta eccezione per il periodo Covid e post Covid, ha quasi costantemente registrato un incremento dai primi anni 90 ad oggi. E dal 2024 torneremo di nuovo in una situazione di avanzo primario". Lo testimonia, secondo Meloni, "anche il nostro sistema pensionistico, tra i più equilibrati d'Europa".

"Su Pnrr risultati straordinari"

Inoltre, "grazie all'impegno encomiabile di tutto il governo, e del ministro Fitto in particolare, abbiamo registrato risultati straordinari sulla rimodulazione e l'attuazione del Pnrr, che oggi ci vengono riconosciuti dalla Commissione europea, dal Consiglio e da tutti gli analisti economici".

"Ricordo ancora quando, nei mesi della campagna elettorale", prosegue la presidente del Consiglio, "la nostra annunciata volontà di intervenire per revisionare un Piano nato in un quadro economico e geopolitico completamente diverso da quello attuale veniva derisa, derubricata ad annuncio velleitario o addirittura bollata come una scelta irresponsabile che avrebbe portato l'Italia con un piede fuori dall'Europa, messo a rischio la nostra credibilità internazionale e con essa i nostri conti pubblici. Con tenacia e perseveranza abbiamo dimostrato che si poteva fare, anzi permettetemelo - rimarca Meloni - si doveva fare ed è stato fatto".

"Rating ci danno fiducia"

Nel corso del suo intervento in Aula Meloni sottolinea che in questi mesi il governo è intervenuto "per ridurre le spese improduttive" e in tema di privatizzazioni, che "con questo governo mai diventeranno delle svendite". La presidente del Consiglio parla di "risultati record sul fronte dell'occupazione" in particolare "quella stabile". Lo spread è "sotto controllo" e le "agenzie di rating - di solito poco accomodanti - danno fiducia all'economia italiana", rivendica la premier.

Israele-Gaza

Nel passaggio dedicato al conflitto in Medio Oriente la presidente del Consiglio sottolinea: "L'Italia ribadisce la ferma condanna per gli attacchi terroristici di Hamas e diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale". "Avevamo accolto con grande sollievo il temporaneo cessate il fuoco che ha consentito il rilascio di 105 civili", aggiunge, assicurando che "continuiamo a sostenere ogni azione possibile affinché ogni ostaggio nelle mani di Hamas venga rilasciato e per evitare rischi di ampliamento del conflitto". "Lavoriamo - sottolinea ancora - per una nuova tregua".

"È fondamentale in questa delicatissima fase inviare messaggi distensivi e spingere per un approccio responsabile che non alimenti le dinamiche del conflitto che avrebbe conseguenze inimmaginabili se si allargasse in una regione così strategica per l’Italia e per l’Unione Europea", afferma.

"In questo contesto, dobbiamo evitare che l’Autorità Palestinese si indebolisca ulteriormente. Si tratta infatti di un'entità essenziale per il dialogo post-bellico. È un imperativo rafforzare il nostro sostegno all’Autorità. La migliore risposta all’inaccettabile violenza di Hamas deve essere un nuovo impulso politico verso la soluzione dei due Stati. Dobbiamo garantire un orizzonte politico solido al popolo palestinese, insieme alla sicurezza per Israele", aggiunge.

Ucraina

Parlando dell'Ucraina, la premier dice che "continuare a opporci all'invasione russa dell'Ucraina è necessario, perché rappresenta una difesa della nostra democrazia". "Noi siamo e resteremo al fianco dell'Ucraina e sarà una delle priorità della presidenza italiana del G7", aggiunge la premier, ricordando che "dobbiamo continuare ad affrontare le conseguenze globali del conflitto".

"Io penso che l’Ucraina abbia già vinto questa guerra perché ha reso impossibile la conquista russa dell’intero territorio nazionale e lo ha fatto grazie ad un’incredibile dimostrazione di coraggio, grazie ad un’incredibile dimostrazione di amor di Patria, ma anche grazie al sostegno dei liberi popoli occidentali che non si sono rassegnati ad un futuro in mano ai despoti e ai tiranni".

Balcani

Quanto all'allargamento dell'Ue, ''il governo sostiene con convinzione i negoziati per l'ingresso in Europa di Ucraina e Moldova, condividiamo lo status di candidato della Georgia, sosteniamo fermamente il cammino europeo della Bosnia-Erzegovina''.

Italia-Albania

La premier torna poi sul "Protocollo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori che, insieme proprio al memorandum con la Tunisia, rappresenta quel 'valore aggiunto italiano' che vogliamo portare come ulteriore contributo al dibattito europeo". "Dispiace francamente che, anche in questo caso come già sulla Tunisia, molte delle voci stonate siano arrivate dall'Italia" e "dispiace e colpisce che si sia arrivati addirittura a paventare la richiesta di una espulsione del primo ministro albanese dal partito socialista europeo, evidentemente per alcuni italiani di sinistra aiutare l'Italia è una colpa. Qualcuno rema contro".

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