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Garlasco, semilibertà Stasi: tribunale sorveglianza rinvia decisione

La Procura di Pavia chiede la ricusazione del genetista Giardina indicato per fare gli approfondimenti sul materiale biologico trovato sulle unghie della vittima

Alberto Stasi - Ipa
Alberto Stasi - Ipa
09 aprile 2025 | 10.39
LETTURA: 4 minuti

La procura generale di Milano, attraverso la sostituta pg Valeria Marino, ha chiesto il rigetto della semilibertà per Alberto Stasi, il 41enne condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. E, in subordine, un rinvio del procedimento per valutare le circostanze riguardanti l’intervista di Stasi al programma 'Le Iene', andata in onda lo scorso 30 marzo: secondo la pg, Stasi avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione per rilasciare l'intervista, mentre secondo il carcere di Bollate non sono state rilevate infrazioni. Fonti giudiziarie spiegano che il tribunale di sorveglianza, al termine dell'udienza di questa mattina, si è riservato di fornire la decisione valutando i diversi elementi a disposizione.

Stamane l'avvocato Glauco Gasperini, intervenuto in sostituzione di Giada Bocellari, legale difensore di Stasi, aveva dichiarato che "il tribunale ha dato parere parzialmente positivo": avrebbe dato dunque una 'personale interpretazione', sostanzialmente basata sulle relazioni positive del carcere, che potrebbero portare i giudici a superare le eventuali 'riserve' e a condurre la semilibertà a Stasi. (VIDEO)

L'intervista rilasciata senza aver chiesto l'autorizzazione

Alla base della decisione del tribunale di sorveglianza di Milano ci sarebbe la mancata richiesta di autorizzazione all'intervista che il 41enne ha rilasciato al programma 'Le Iene', andata in onda lo scorso 30 marzo.

La sostituta pg di Milano Valeria Marino, della procura generale diretta da Francesca Nanni, ha sollevato la questione davanti ai giudici della sorveglianza: trattandosi di un condannato definitivo che sta scontando una pena, ha osservato la procura generale, Stasi avrebbe dovuto richiedere l'autorizzazione alla direzione del carcere per rilasciare quell'intervista, nel giorno in cui aveva un permesso di uscita. Autorizzazione che, peraltro, aveva già chiesto e ottenuto negli anni scorsi per un'altra intervista rilasciata allo stesso programma tv. La procura generale, secondo quanto si apprende, avrebbe analizzato dettagliatamente i contenuti dell'ultima intervista, non rilevando tuttavia problemi in relazione alla richiesta di semilibertà, dal momento che Stasi, pur ribadendo la sua innocenza, avrebbe risposto alle domande in modo controllato e senza fare riferimenti alle nuove indagini su Andrea Sempio.

Dopo l'udienza il direttore del carcere di Bollate Giorgio Leggieri ha scritto una missiva indirizzata al Tribunale di Sorveglianza di Milano e al magistrato Maria Paola Caffarena per spiegare che l'intervista "è stata registrata durante il permesso premio" del 22 marzo scorso "e non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni".

Nota di cui Giada Bocellari, legale difensore di Alberto Stasi, ha parlato all'Adnkronos. "Agli atti del tribunale di sorveglianza c’è una nota inequivocabile dell’amministrazione penitenziaria che attesta la condotta ineccepibile di Alberto Stasi. L'amministrazione penitenziaria - chiarisce Bocellari - è l’unica a vigilare sulle prescrizioni e la nota", diffusa alla stampa "attesta la condotta ineccepibile di Alberto Stasi, anche per quanto riguarda l’intervista".

L'udienza per conferire perizia sulla traccia genetica

Mentre davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano si è tenuta l'udienza del condannato sulla semilibertà, a Pavia si è tenuta l'udienza sul conferimento dell'incarico per la perizia genetica chiesta dalla Procura di Pavia per Andrea Sempio, amico del fratello della vittima indagato nuovamente per l'omicidio (in concorso) dopo l'archiviazione già decisa otto anni fa dalla stessa Procura."E' una tortura, ma tengo botta", è questo lo stato d'animo di Sempio, riferito da uno dei suoi legali, l'avvocata Angela Taccia."Noi siamo rispettosi della verità giudiziaria e combattiamo perché siamo convinti che si possa rivedere la storia di questo processo. Non bisogna avere paura di questa indagine", sono invece le parole di Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi.

La giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli si è riservata sulla nomina di Emiliano Giardina indicato per fare gli approfondimenti sul caso Garlasco e sul materiale biologico trovato sulle unghie della vittima Chiara Poggi. La giudice deciderà nei prossimi giorni sulla richiesta di Procura di ‘ricusare’ il genetista (che nell'inchiesta sull'omicidio di Yara Gambirasio ha dato un nome a Ignoto 1) che avrebbe rilasciato interviste sulle tracce biologiche su cui è chiamato eventualmente a esprimersi in sede di incidente probatorio.

Un 'no' alla presenza di Giardina a cui si è associata l'avvocata Giada Bocellari, che rappresenta Alberto Stasi (può avere solo un legale in questa fase), la quale ha chiesto anche di escludere dagli accertamenti Luciano Garofano, indicato come consulente della difesa Sempio, in quanto come ex comandante del Ris di Parma si sarebbe già occupato delle analisi nella villetta di via Pascoli. La gip di Pavia Daniela Garlaschelli si è riservata sulla duplice decisione che verrà comunicata alle parti insieme alla fissazione di una nuova udienza per elaborare il quesito, ossia il perimetro dell'incidente probatorio.

Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, fratello della vittima, ha invece dichiarato: "Noi riteniamo che Emiliano Giardina abbia tutti i titoli e sia nella condizione di svolgere la sua perizia però questa è una valutazione che deve essere fatta dal giudice, è giusto che possa motivare il suo provvedimento sul punto"

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