No allo scostamento di bilancio, misure a settembre ma serve ancora tempo
Il governo monitora l'emergenza rincari, soprattutto sul fronte gas, e lavora pancia a terra. La linea telefonica tra il premier Mario Draghi, il sottosegretario Roberto Garofoli e i ministri Daniele Franco e Roberto Cingolani - i due più impegnati sul provvedimento atteso a settembre - è bollente. Ma fonti di governo spiegano all'Adnkronos che "i tempi sono prematuri per un intervento già settimana prossima" come chiesto a gran voce da più forze politiche, in pressing anche per via della campagna elettorale.
"Sicuramente, probabilmente nella giornata di martedì, si terrà una riunione per fare il punto, ma è arduo pensare a un intervento già nei prossimi giorni, non ci sono i tempi tecnici 'per far di conto'", dice la stessa fonte, spiegando che bisogna attendere il gettito fiscale di agosto, capire a quanto ammonta l'extra per rifinanziare le misure di sostegno in scadenza (come il taglio delle accise sui carburanti), e intanto continuare a cercare risorse aggiuntive, anche tra le pieghe di bilancio. Sono tante le ipotesi sul campo per fermare la corsa dei prezzi che assilla famiglie e imprese, ma "ciascuna ha un costo e va valutata trovando le coperture", perché sullo scostamento di bilancio la linea a Palazzo Chigi è ferma e non si sposterà di un millimetro: "Non si farà".
Oltre a rifinanziare le misure in scadenza con l'extragettito di agosto, l'intervento che per ora viene dato per scontato - sul fronte imprese - è quello di intervenire ancora una volta, nel modo più incisivo possibile, sul credito d'imposta, e assicurare alle aziende 'energivore' e 'gasivore' due pacchetti di energia calmierati, di produzione nazionale, che allevino i costi agevolando le produzioni.