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Autonomia, appello del M5S a Mattarella: "Rinvii la legge alle Camere"

Lettera dei capigruppo al Capo dello Stato: "La preghiamo di valutare la sua prerogativa costituzionale" il ddl compromette la "coerenza del sistema democratico"

Silvestri, Conte e Patuanelli  - Fotogramma
Silvestri, Conte e Patuanelli - Fotogramma
20 giugno 2024 | 15.32
LETTURA: 2 minuti

Appello del movimento 5 Stelle al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché rinvii alle Camere la legge sull'autonomia differenziata. A inviarlo, in una lettera al Capo dello Stato, sono stati i capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri.

"Il rinvio presidenziale, di cui all'art.74 della Costituzione, rappresenta una funzione di controllo preventivo, posta a garanzia della complessiva coerenza del sistema: coerenza del sistema costituzionale e democratico potenzialmente compromessa dal disegno di legge in questione", si legge nella lettera dei capigruppo M5S.

"La preghiamo, pertanto, di voler valutare l'opportunità di esercitare la Sua prerogativa costituzionale, proprio per salvaguardare il complessivo assetto democratico, nell'ambito della coerenza e della conformità normativa del disegno di legge dell'Autonomia con i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale".

La lettera

"Illustre signor presidente - si legge nella lettera dei capigruppo M5S al presidente Mattarella - la riforma che istituisce l'autonomia regionale differenziata, ormai conosciuta come 'Spacca Italia', dissolve l'unità del Paese e manda in frantumi la solidarietà nazionale. La riforma è figlia di un esasperato regionalismo spinto al limite della secessione, quella dei ricchi, a danno dei cittadini che vivono nelle aree del Paese meno dotate di infrastrutture e servizi".

I presidenti dei gruppi M5S sottolineano il rischio che i "diritti della persona", come quello alla salute che "l'art.32 della Costituzione definisce 'fondamentale', non saranno più garantiti in condizioni di uguaglianza". Così come "il diritto all'istruzione": la "differenziazione dell'offerta formativa e l'eterogeneità dei programmi spezzeranno l'identità dei valori sui quali di fonda l'unità nazionale, riducendosi la fondamentale norma dell'arti. 5 della Costituzione, che garantisce l'unità e l'indivisibilità della Repubblica, al rango di una soltanto formale e patetica proclamazione".

Il tutto attraverso "una legge ordinaria con la quale di pretende di scardinare l'assetto costituzionale facendo violenza alla gerarchia della leggi come è reso palese, tra gli altri, dal caso dei Lep, la cui definizione a norma dell'art.117, secondo comma, della Costituzione, deve avere luogo tramite legge del Parlamento che, invece, sarà chiamato ad esprimere un mero parere, vedendo snaturato il suo ruolo, immeschinito in quello di organo meramente consultivo".

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