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Drone russo in volo su Lago Maggiore, si indaga per spionaggio e terrorismo

La Procura di Milano apre un fascicolo per spionaggio politico o militare aggravato dalla finalità del terrorismo per i sorvoli sul Joint Research Centre della Commissione europea a Ispra

Procura di Milano - Fotogramma
Procura di Milano - Fotogramma
31 marzo 2025 | 10.52
LETTURA: 2 minuti

Dopo che un drone russo sarebbe stato avvistato in volo sul Lago Maggiore, con passaggi continui sulla sede del Joint Research Centre della Commissione europea a Ispra, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per spionaggio politico o militare - articolo 257 del codice penale - aggravato dalla finalità del terrorismo in riferimento a condotte che, "per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese". Questo quanto deciso dopo la notizia del drone di fabbricazione russa, che avrebbe sorvolato più volte a marzo la sede in provincia di Varese. A pochi chilometri si trovano anche gli stabilimenti di Leonardo, azienda dell'aerospazio cruciale per la difesa.

Il pool dell'Antiterrorismo, insieme a personale del Ros, si riunirà nel pomeriggio in Procura per fare il punto sugli elementi a disposizione, ma anche per fare una tabella di marcia su eventuali accertamenti dsu una vicenda che potrebbe aver messo a rischio la sicurezza nazionale. Sull'episodio, oltre alla Procura di Milano - coordinata dal procuratore Marcello Viola, dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Alessandro Gobbis -, si muove anche la politica italiana ed europea.

Sul centro e su altri nelle vicinanze è attiva una “no fly zone”. A segnalare ai vertici della sicurezza la presenza di un misterioso drone sono stati proprio i responsabili del Centro comune di ricerca europeo che, con il loro sistema di rilevamento sperimentale di velivoli sconosciuti, sono riusciti a intercettare nei giorni scorsi almeno cinque passaggi dell’apparecchio, facendo così scattare l’allarme.

Il drone sarebbe di fabbricazione russa e potrebbe essere equipaggiato con telecamere e strumentazioni digitali capaci di riprendere un obiettivo nei minimi dettagli, anche di notte, e di eseguire mappature tridimensionali. Dopo quei ripetuti sorvoli, comunque, il velivolo a comando remoto non si è più ripresentato e non avrebbe lasciato tracce.

Ancora troppo presto, trapela dalla Procura, per capire se c'è un collegamento con l'indagine che nel novembre scorso aveva portato a indagare su due imprenditori brianzoli che avrebbero collaborato con l'intelligence russa "per mappare i sistemi di videosorveglianza di Roma e Milano" dietro un compenso in criptovalute.

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