Quattro i morti dopo gli attacchi di Mosca e Kiev. 6mila evacuati dopo l'attacco alla diga di Kakhovka
Tre civili sono stati uccisi e altri dieci sono rimasti feriti in seguito a un attacco russo condotto con droni sulla città di Odessa, nel sud dell'Ucraina, nella notte. Lo riferiscono fonti militari. Nell'esplosione sono state danneggiate diverse case. I frammenti dei droni sono finiti all'interno di un appartamento in un edificio residenziale. Una donna è invece morta in seguito al lancio di missili su Kherson, nel sud dell'Ucraina. Lo riferisce il governatore ad interim della regione di Kherson Volodymyr Saldo, accusando le forze armate ucraine di aver lanciato attacchi, presumibilmente con missili Storm Shadow, contro i punti di alloggio temporaneo per gli sfollati dalle aree allagate della regione di Kherson.
Sono intanto seimila le persone evacuate in seguito all'attacco contro la diga Kakhovka, afferma ancora Vladimir Saldo, secondo il quale entro il 16 giugno le acque del fiume Dnipro rientreranno negli argini e al loro corso originale. Tra le persone evacuate ci sono anche 235 bambini, ha sottolineato aggiungendo che le acque del fiume Dnipro sono già scese di tre metri rispetto al picco di martedì. ''E' iniziato il pompaggio dell'acqua e la raccolta dei rifiuti dalle strade", ha detto Saldo.
La difesa antiaerea russa ha riferito intanto di aver abbattuto due missili balistici lanciati dal territorio ucraino dal sistema Grom-2. Lo ha dichiarato il capo della Crimea Sergey Aksyonov su Telegram.
Nuovi bombardamenti ucraini anche nella regione russa di Belgorod. Una donna è stata ferita da una scheggia di granata a Nizhneye Beryozovo, ha denunciato il governatore, Vyacheslav Gladkov. "Sono esplose cinque granate nel villaggio, più di cento nella regione, la maggior parte delle quali nel distretto di Shebekino", ha spiegato.
L'agenzia nucleare ucraina Energoatom ha reso intanto noto che anche l'ultimo dei sei reattori della centrale di Zaporizhzhia è stato messo in arresto a freddo, come già gli altri cinque da tempo, come misura cautelativa, attuata giovedì, in seguito all'esplosione della diga di Kakhovka e alla conseguente riduzione dei livelli dell'acqua del bacino usato per il raffreddamento dell'impianto. La centrale è occupata dalle forze russe. Non c'è "una minaccia diretta" alla centrale nucleare, si precisa. Nei prossimi giorni è attesa una visita del direttore dell'Aiea, Mariano Grossi. Con tutti i reattori bloccati, le temperature e la pressione all'interno degli impianti diminuiscono gradualmente, riducendo anche l'intensità del raffreddamento con l'acqua necessario per il combustibile nucleare. I dipendenti di Energoatom continuano a lavorare a Zaporizhzhia, anche sotto l'occupazione russa.