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Trump blocca l'immigrazione, primi stop per passeggeri con visto

(Afp)
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28 gennaio 2017 | 07.19
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la firma di un ordine esecutivo in materia di immigrazione che prevede controlli rafforzati alle frontiere per fermare eventuali "terroristi islamici radicali". In particolare viene sospeso per tre mesi l'ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen.

E i primi effetti si sono già fatti sentire: le autorità egiziane hanno impedito a cinque cittadini iracheni e uno yemenita - già in possesso del visto di ingresso per entrare negli Stati Uniti - di imbarcarsi oggi per New York. I sei erano arrivati al Cairo dove avrebbero dovuto prendere un volo delle linee aeree egiziane con destinazione aeroporto JF Kennedy a New York.

In seguito alla firma dell'ordine esecutivo di Trump, l'Austria sta annullando i visti per gli iraniani diretti negli Stati Uniti, compresi i membri delle minoranze non musulmane.

Anche la compagnia aerea olandese Klm ha rifiutato di imbarcare sette passeggeri diretti negli Stati Uniti. "Il vettore avrebbe voluto prendere i passeggeri, ma non ha senso farlo", ha detto un portavoce di Klm all'agenzia di stampa olandese Anp, aggiungendo che i due passeggeri in partenza da Amsterdam e i cinque in partenza da altri terminal non sarebbero potuti rimanere negli Stati Uniti dopo l'atterraggio, pur avendo i visti validi per partire.

Ad applicare il decreto è inoltre la compagnia aerea Swiss. "Non abbiamo altra scelta", ha affermato alla Rts il direttore generale per la Svizzera romanda Lorenzo Stoll. "Abbiamo l'obbligo legale di applicare il decreto", ha dichiarato Stoll precisando tuttavia che il numero di cittadini dei sette paesi coinvolti che viaggiano con Swiss per recarsi negli Usa è molto basso.

Intanto, è stato rilasciato Hameed Khalid Darweesh, uno dei due cittadini iracheni in possesso di visto per entrare negli Stati Uniti, arrestati al loro arrivo a New York in seguito al decreto di Trump. Lo scrive la Cnn online. L'uomo, che ha lavorato come interprete per conto del governo Usa in Iraq per 10 anni, ha avviato insieme all'altro iracheno fermato un'azione legale contro il presidente americano, poiché in possesso di visti validi.

"Vogliamo essere sicuri - ha detto Trump, ieri durante la cerimonia al Pentagono di investitura del segretario alla Difesa James Mattis - di non avere nel nostro Paese le stesse minacce che hanno i nostri soldati all'estero", e ha ammonito: "Non dimenticheremo mai la lezione dell'11 settembre".

Nel motivare il suo ordine esecutivo in cui viene sospeso, "fino a ulteriore determinazione" l'ingresso dei rifugiati provenienti dalla Siria, il presidente americano Donald Trump ha affermato che "l'ingresso di cittadini e rifugiati siriani" è "dannoso per gli interessi del Paese".

Malala: "Il decreto di Trump sui rifugiati mi spezza il cuore"

Nell'ordine esecutivo in materia di immigrazione è prevista, tra le altre misure, anche la sospensione per quattro mesi del programma di ammissione dei rifugiati, e l'ingresso, fino a ulteriore comunicazione, di quelli siriani.

Trump ha quindi incaricato il Segretario di Stato, durante i 120 giorni di sospensione, di rivedere il programma dei rifugiati, al fine di essere sicuri che le persone alle quali viene concesso lo status di rifugiato "non rappresentino una minaccia per la sicurezza e il benessere degli Stati Uniti".

L'appello delle Nazioni Unite: "Non chiuda la porta ai rifugiati"

Per impedire l'ingresso negli Stati Uniti di "terroristi islamici radicali", il presidente Usa ha reso noto che saranno "rafforzate le forze armate degli Stati Uniti" con "nuovi aerei, nuove navi, nuove risorse e nuovi strumenti per i nostri uomini e donne in uniforme". "Mentre prepariamo il budget per la difesa da presentare al Congresso - che ne sarà felice - la nostra forza militare non sarà messa in discussione da nessuno così come la nostra dedizione per la pace. Vogliamo la pace", ha sottolineato Trump.

TRUMP A COLLOQUIO CON MERKEL E HOLLANDE- Trump ha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel che è durato 45 minuti. Lo scrive su Twitter il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. Il presidente Usa ha successivamente chiamato Vladimir Putin.

Trump ha avuto una telefonata anche con il presidente francese François Hollande che gli ha chiesto di rispettare il principio di accoglienza dei rifugiati, fondamento della "nostra democrazia". Secondo un comunicato dell'Eliseo, Hollande ha ricordato che "la battaglia avviata per la difesa delle nostre democrazie sarà efficace soltanto se inserita nel rispetto dei principi su cui sono fondate, in particolare l'accoglienza dei rifugiati".

Mettendo in guardia contro le conseguenze economiche e politiche di un approccio protezionista, il capo di stato francese ha sottolineato che "di fronte a un mondo instabile e incerto, ripiegarsi su se stessi è un atteggiamento senza sbocco".

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