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Putin: "Nessun gendarme mondiale può fermare la Russia"

Il presidente russo sottolinea: "Chi cerca di isolarci si fa male da solo"

(Afp)
(Afp)
26 maggio 2022 | 14.13
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Nessun "gendarme mondiale" può fermare i paesi del mondo che vogliono perseguire una politica indipendente. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel suo intervento, in video collegamento da Mosca, al Forum economico euroasiatico di Bishek. "Ci sono sempre più Paesi nel mondo che vogliono perseguire una politica indipendente. E nessun gendarme mondiale sarà in grado di fermare questo processo globale naturale, non ci saranno forze sufficienti", ha dichiarato, senza citare esplicitamente gli Stati Uniti.

Putin ha sottolineato che la Russia è riuscita a sostituire le importazioni nei settori chiave per la sovranità del Paese ma "non ha intenzione di disconnettersi dalle tecnologie delle economie avanzate". "Nessuno sarà in grado di separare un Paese come la Russia, stanno cercando di metterci all'angolo, ma è irrealistico, impossibile nel mondo contemporaneo. Chi cerca di isolare la Russia si fa male da solo" ha chiosato .

Putin si è quindi sentito in dovere di precisare che "lo sviluppo dell'integrazione euroasiatica non è connessa alla congiuntura attuale", vale a dire, all'operazione militare speciale delle forze russe in Ucraina.

Il leader del Cremlino ha quindi sollecitato il consolidamento degli sforzi dei Paesi membri per sviluppare i settori dell'alta tecnologia dell'economia e la digitalizzazione". E' necessario, ha aggiunto, "approfondire i processi di integrazione per offrire diretti vantaggi a economie e cittadini dei Paesi dell'Unione (fanno parte dell'Unione economica euroasiatica, Russia, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan, ndr), citando le "condizioni geopolitiche".

Putin ha poi detto che l'uscita di compagnie straniere dalla Russia potrebbe essere uno sviluppo positivo, perché la loro nicchia di mercato sarà occupata, e assicurato che "non vi è nulla di male" se molti esperti del settore It si sono trasferiti, dopo il 24 febbraio, in Armenia.

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