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Iraq: a Mosul l'Isil segna le porte dei cristiani, 'casa espropriata'

Un simbolo rosso e la scritta "immobile di proprietà dell'Isil". A Mosul, nel nord dell'Iraq, è così che nelle ultime 24 ore i miliziani sunniti hanno segnato le porte delle case dei cristiani iracheni: le testimonianze raccolte da Aki - Adnkronos International. La versione dell'Isil: non sono minacce, ma una forma di "protezione". Intanto arriva anche lo stop alla distribuzione di razioni alimentari per cristiani e sciiti.

Il muro della casa di una famiglia cristiana a Mosul
Il muro della casa di una famiglia cristiana a Mosul
16 luglio 2014 | 14.53
LETTURA: 4 minuti

Un segno rosso e la scritta "immobile di proprietà dello Stato islamico", ovvero lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil). A Mosul, nel nord dell'Iraq, è così che nelle ultime 24 ore i miliziani sunniti dell'Isil hanno segnato - secondo testimonianze raccolte da Aki-Adnkronos International - le porte e i muri delle case dei cristiani iracheni che non hanno voluto o non sono riusciti a fuggire dalla città occupata ormai da più di un mese. "Gli uomini armati dell'Isil hanno fatto il giro dei quartieri di Mosul chiedendo delle case dei cristiani - raccontano testimoni dalla zona di al-Arabi - Una volta individuate le case dei cristiani con una vernice spray hanno segnato le porte d'ingresso". Non solo, ma discriminazione nella discriminazione, a Mosul i miliziani sunniti starebbero anche vietando la distribuzione di razioni alimentari alla popolazione cristiana e sciita.

Sulle porte o sui muri delle case, racconta un gruppo di cristiani coperti da anonimato per motivi di sicurezza, ora c'è un cerchio con al centro una 'nun', la lettera 'n' dell'alfabeto arabo, che sta a indicare 'nasara', ovvero 'cristiani'. Su tutte le case dei cristiani, anche la scritta in nero: "Immobile di proprietà dell'Isil". L'operazione è stata condotta in pieno giorno e - stando alle testimonianze raccolte - non avrebbe creato il panico tra la popolazione. I miliziani dell'Isil "girano spesso armati in macchina per le strade di Mosul, vestiti di nero e con la faccia coperta", riportano le fonti. Alcuni abitanti cristiani di Mosul raccontano di aver anche chiesto spiegazioni agli uomini armati dell'Isil e di essersi offerti di lasciare "pacificamente" le proprie case. "Non vogliamo che andiate via - avrebbero assicurato i miliziani protagonisti dell'avanzata in Iraq dopo le conquiste in Siria - Vogliamo che rimaniate qui e vogliamo mettere tutti in guardia dall'avvicinarsi alle vostre case". Gli uomini dell'Isil, stando alle fonti, avrebbero giustificato l'operazione spiegando che a Mosul "ci sono tante case di cristiani rimaste vuote e tante altre che sono state occupate". Le porte segnate sarebbero quindi, nella versione dell'Isil, una forma di "protezione".

Nelle ultime ore, riportano le fonti, a Mosul circolano anche voci secondo cui gli uomini armati dell'Isil "si fermano con i loro mezzi davanti ai negozi dove si possono ritirare le razioni alimentari con i 'buoni' del governo e ordinano ai gestori di non dare alimenti ai cristiani e agli sciiti". I 'buoni' per il ritiro degli alimenti vengono assegnati ogni mese alle famiglie irachene in base al numero di componenti sin dall'inizio degli anni Ottanta. Nella stessa Mosul c'è però anche chi dichiara di non aver avuto problemi nel ritiro delle razioni. "Gli uomini armati dell'Isil agiscono in modo indipendente - dicono rassegnati dalla città irachena - ognuno nel gruppo fa un po' a suo piacimento".

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