Le curatele fallimentari di Edisud e Mediterranea, società editrici della Gazzetta del Mezzogiorno, hanno depositato al Tribunale di Bari un ricorso con cui chiedono l’inibitoria cautelare all’utilizzo del marchio “La Nuova Gazzetta di Puglia e Basilicata” registrato dalla Ledi srl, società del gruppo Ladisa spa che fino al 30 luglio 2021 ha gestito la “Gazzetta del Mezzogiorno” e che sta per portare in edicola (l’uscita del primo numero è al momento programmata per domenica) un nuovo quotidiano con un nome ritenuto 'confondente' rispetto a quello della storica testata pugliese.
Il ricorso (predisposto dallo studio Trevisan-Cuozzo di Milano), a quanto apprende l'Adnkronos, è firmato anche dalla Ecologica spa, società del gruppo Miccolis di Castellana Grotte che lo scorso 8 novembre ha ottenuto l’omologa definitiva del concordato fallimentare con cui ha rilevato la testata “La Gazzetta del Mezzogiorno” e che si prepara – tramite una newco – a riportare in edicola il quotidiano leader di mercato in Puglia e Basilicata, le cui pubblicazioni sono state sospese il 1° agosto dopo la rinuncia della Ledi al contratto di fitto della testata. Nel ricorso, che chiede di concedere 'l’inibitoria cautelare' alla pubblicazione di qualunque prodotto editoriale a nome 'La Nuova Gazzetta di Puglia e Basilicata o testate simili a quest’ultima', viene ricostruita la storia degli ultimi 12 mesi a partire dal fallimento della Edisud disposto dal Tribunale di Bari su richiesta della Procura di Bari nell’ambito di indagini parallele a quelle sul crac della Banca Popolare di Bari. Secondo il ricorso, l’utilizzo da parte di Ledi della testata 'La Gazzetta di Puglia e Basilicata' potrebbe ingenerare un 'rischio di confusione' sul mercato in quanto il marchio sarebbe troppo simile a quello dello storico giornale locale, dunque innescando un meccanismo di 'concorrenza parassitaria' da parte della Ledi.
Il ricorso è stato assegnato al presidente della Quarta sezione del Tribunale di Bari, Raffaella Simone. I giudici – a quanto si apprende – decideranno entro le prossime 24 ore se concedere l’inibitoria urgente o se fissare una udienza di discussione. Le curatele chiedono – in caso di accoglimento – la pubblicazione del dispositivo sul Corriere della Sera e su tutti i canali social della Ledi.