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Via il velo su San Francesco, il libro di Bragadin ne rivela le verità nascoste

Copertina del libro di Gian Marco Bragadin
Copertina del libro di Gian Marco Bragadin
20 novembre 2016 | 15.08
LETTURA: 8 minuti

Arriva in libreria 'S. Francesco. Le verità nascoste' di Gian Marco Bragadin, che in 488 pagine pubblicate dalla casa editrice Melchisedek racconta la vera vita e il carattere del Santo d'Assisi, rivelando come "l'ipocrita ricostruzione che lo ha trasformato nel più fedele e mansueto servitore della Chiesa, nel Medioevo e oltre, fino ai giorni d'oggi" non è che il frutto di due fattori fondamentali: "moltissimi documenti, scritti, memorie su Francesco (e probabilmente anche su Chiara) sono stati dati alle fiamme per non propagare un ritratto non idoneo a farne un obbediente santo della Chiesa cattolica".

"E non a caso - si legge nelle prime pagine del testo, sulla stessa lunghezza d'onda di 'Francesco D'Assisi. La storia negata', pubblicato di recente da Laterza e scritto dalla storica medievale Chiara Mercuri - è stato incaricato un frate erudito, ma che non aveva conosciuto Francesco, di raccontare la vita del Santo, attutendo, modificando, spesso cancellando del tutto, ogni aspetto che poteva mettere in discussione quel ritratto del 'poverello d'Assisi' che si è perseguito per secoli".

Quali sono, dunque, le verità nascoste? "Praticamente tutto quello che Francesco è stato ed ha fatto, per gran parte della sua vita", spiega l'autore all'AdnKronos, sottolineando come San Francesco sia stato "un guerriero, che ha combattuto, è stato imprigionato, più volte ha tentato di andare alla Crociata per diventare un valoroso Cavaliere. E si è innamorato dell'ideale dei Templari, al punto che il suo Ordine è modellato su quello Templare. Templari erano alcuni suoi frati. La madre era dell'Occitania, quindi Catara, e dai Catari Francesco ha preso il concetto di servizio ai poveri, rifiuto della proprietà. Ma non si deve dire, perché la Chiesa all'epoca ha lanciato una Crociata per distruggere i Catari, con massacri orribili".

"Francesco - prosegue Bragadin - ha tentato in tutti i modi il contatto con i musulmani, non per convertirli (lui non giudicava nessuno, mostrava il suo esempio di vita), ma per trovare i punti di unione tra le religioni, per raggiungere una pace duratura. Ancora oggi, da allora, i Francescani hanno la cura del Santo Sepolcro a Gerusalemme, dono del Sultano a Francesco e Frate Elia".

Tutte verità "nascoste, perché Francesco - sostiene Bragadin - ha vissuto una esistenza da eretico, sempre sul filo di finire al rogo. Vista, però, la sua enorme popolarità dovuta al messaggio d'amore e rivoluzionario che portava, si è fatta conoscere solo una parte della sua vita, nascondendo tutto ciò che lo riguardava, insieme alla sua amata compagna Chiara, e che poteva essere disdicevole per l'Istituzione Ecclesiastica".

"Francesco - racconta l'autore - ha voluto restare sempre un laico. Ma non lo sa nessuno. E predicava il Vangelo nelle piazze, alle feste, nei mercati. Come poteva la rigida Chiesa del tempo, ammettere che un laico parlasse di Cristo alla gente? Poteva predicare agli uccelli o ai lupi, non alla gente. Ed invece Francesco non ha fatto altro per tutta la vita, perfino quando era malato. Non a caso - fa notare Bragadin - la storica Chiara Frugoni, in varie interviste, si domanda perché esistano migliaia di quadri ed affreschi su Francesco, e neanche uno in cui predica. E la ragione è la seguente: non si voleva tramandare l'immagine di un laico che parlasse di Cristo".

"Morto Francesco nel 1226, allontanati i suoi vecchi confratelli, segregata Chiara nel Convento - ricostruisce Bragadin, attingendo a una serie di fonti fra cui molti scritti di Tommaso da Celano - sono cominciate tutte le iniziative per cancellarne la vera storia e dare ai fedeli una immagine edulcorata di mansueto, docile soldatino della Chiesa Cattolica". Come? "Nel 1260, al Capitolo (annuale riunione dei Francescani) che si teneva a Narbonne, in Francia, a Bonaventura viene affidato il compito di scrivere una nuova biografia di Francesco, che viene approvata a Pisa nel 1263, durante il Capitolo successivo".

Ma non è finita qui: "nel 1266 il Capitolo, riunito a Parigi, giunge a decretare la distruzione di tutte le biografie precedenti alla Legenda Maior, con la scusa che biografie diverse avrebbero condotto l’ordine verso una divisione. Una decisione - commenta Bragadin - compiuta così bene che fa sparire dalla faccia della terra anche gli scritti di Francesco, gli scritti di Chiara, le lettere, le testimonianze. Non solo. Vengono distrutti nelle chiese immagini, affreschi, tutto".

"'La Vita prima' del Celano - dice l'autore - viene ritrovata miracolosamente solo nel 1768, a più di cinque secoli dalla morte di Francesco. La Vita Seconda, un manoscritto molto difettoso, viene scoperto nel 1806. Il Trattato dei Miracoli fu acquistato casualmente a un’asta pubblica nel 1900. Così - osserva Bragadin - si è avuto tutto il tempo di costruire una storia artificiale e falsa".

"Nell’agiografia di Bonaventura - sottolinea Bragadin - lo ammettono tutti gli storici ufficiali, si inventano anche false vicende, per far corrispondere la figura di Francesco a quanto si voleva tramandare, funzionale cioè alla posizione che voleva prendere l’Ordine. E si trascura del tutto, naturalmente, la figura di Chiara e le sue vicende, quasi le clarisse non facessero parte del movimento. Anche lo storico Franco Cardini ammette che…'di Chiara si sa poco'".

"Ernesto Balducci disse - ricorda l'autore - 'Bonaventura ordinò di bruciare tutti gli scritti su Francesco. Sembra un ordine da Cremlino. D'ora in poi la verità su Francesco, non sarà più quella della sua vita privata, ma una verità imposta dalla Chiesa'. Ecco - scrive Bragadin - da dove cominciano le mie ricerche. Trovare, riscoprire tutto ciò che si era voluto cancellare dalla storia. E poiché non sono uno storico di mestiere - precisa - ho potuto farlo in piena libertà, mentre gli altri, abbarbicati ai documenti ufficiali, quelli scritti dai vincitori, non possono".

"Mi sono recato ad Assisi per 25 anni, più di cento volte - racconta Bragadin - intrattenendo rapporti con tutti coloro che potevano raccontare le verità nascoste, che sono tantissime. Ho studiato attentamente ogni cosa, incluse le informazioni su internet di frati o storici non allineati come Paul Sabatier, che ipotizza tutto quello che poi io ho provato a raccontare. E' il caso, per esempio, dei colloqui con vecchi frati amici che se ne fregavano, data l'età, di mantenere segreti sui due Santi d'Assisi e sul loro immenso Amore Cosmico che nell'Ordine si tramandava per via orale".

"Nelle vite di Celano - Bragadin ricorda alcuni stralci del monologo di Dario Fo sul Santo giullare - si raccontano delle storie che sono al limite della decenza. Parlava con tutti gli animali, i lupi, abbracciava i maiali, si spogliava nudo in chiesa, lavorava con i muratori e si faceva beffe delle autorità. No... no... un Santo così non lo si può accettare. Perciò nasce la decisione di ricostruire da capo un Santo completamente diverso....I vescovi e cardinali riuniti non possono assolutamente accettare che nella storia di un santo ci sia un estremista, barricadero, che incita la folla contro i potenti, come aveva fatto in gioventù. No... non si può accettare".

L'autore di 'S.Francesco.Le verità nascoste' parla anche dell’amore di Francesco per i Sufi, del rosario sufi nella tomba di Francesco e del suo viaggio in Terra Santa. Cose che assumono una particolare rilevanza alla luce del momento storico in cui siamo. "Fonti e storici ufficiali - spiega Bragadin - negano che Francesco, dopo i massacri dei Crociati a Damietta, nel 1220, si sia recato a Gerusalemme, nonostante avesse un permesso speciale del Sultano, ricevuto dopo averlo incontrato. Ma come possiamo credere - dice l'autore - che Francesco a pochi passi dalla meta, in quasi un anno di permanenza in Terrasanta, rinunci al sogno di una vita, visitare i luoghi santi del suo Gesù?".

Di contro, invece, "ci sono tanti documenti che dimostrano che quei luoghi li ha visitati. Benedetto XVI scrive: 'S.Francesco ha visitato il Santo Sepolcro, ci sono elementi certi. Ha gettato un seme che avrebbe portato molto frutto'. Se lo dice anche lui, che sa dove stanno le prove…Anche quanto troviamo nei documenti antichi degli arabi, dimostra come Francesco abbia incontrato i mistici Sufi (metà del Cantico di Frate Sole, sembra tratto dai poemi di Rumi), abbia incontrato il Sultano El-Kamil, non per convertirlo (una fissa della Chiesa Cattolica), ma per confrontarsi in un rapporto di amore reciproco", scrive Bragadin nel libro. Un testo che offre profondi spunti di riflessione alla luce dei nuovi estremismi con cui dobbiamo confrontarci.

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