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Vittorio Emanuele di Savoia, parla Birgit Hamer: "La sua morte un sollievo"

La sorella di Dirk Hamer ucciso da un proiettile nel 1978 intervistata dall'Adnkronos: "Da lui mai una parola di pentimento, davanti a Dio non può più mentire"

Vittorio Emanuele in tribunale con il  suo avvocato - Afp
Vittorio Emanuele in tribunale con il suo avvocato - Afp
03 febbraio 2024 | 21.20
LETTURA: 3 minuti

"Liberazione e sollievo". Quando stamane ha appreso la notizia della morte di Vittorio Emanuele di Savoia, Birgit Hamer ha provato esattamente questo. Intervistata dall'Adnkronos, la sorella di Dirk Hamer - il ragazzo tedesco ferito a morte da un proiettile sull'isola di Cavallo, in Corsica, il 17 agosto 1978 - torna sulla spinosa vicenda giudiziaria che ha visto protagonista l'erede di Umberto II di Savoia, accusato in un primo momento di omicidio volontario e poi prosciolto dalla Camera d'accusa parigina che lo condannò a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco. Una sentenza che Birgit Hamer bolla come "una farsa", una "pagliacciata".

Per la sorella di Dirk Hamer la dipartita di Vittorio Emanuele rappresenta "la fine di un incubo": "In questi anni ho pianto così tanto per mio fratello, ho avuto una vita interiore così disastrosa per via di questa storia, che ho cominciato a fare una 'maratona' di perdono. Oggi non provo più niente nei confronti di questa persona. Oggi mi sento libera". "Sarebbe ipocrita - rimarca Birgit - dire che sono triste. Lo stesso vale per mia sorella, che respira già meglio. Ora Vittorio Emanuele si trova davanti al Giudice Supremo. E lì non si può mentire".

La morte di Dirk ha segnato per sempre la vita di Birgit e della sua famiglia, che si è battuta per cercare la verità: "E' stata una storia di grande impotenza per me. Una tragedia greca. Anzi - prosegue Birgit Hamer - un giornalista una volta usò l'espressione 'tragedia shakespeariana'. Non ti liberi più di un dolore così. Una cosa è il perdono, un'altra cosa è la ricerca della giustizia. Hanno voluto creare una bolla di bugie attorno a questa storia e io non lo accetto".

"E' atroce il modo in cui si sono presi gioco di noi", prosegue la sorella di Hamer, citando la conversazione del 21 giugno 2006, captata da una microspia durante la sua detenzione nel carcere di Potenza, in cui Vittorio Emanuele ammetteva di aver sparato il colpo alla gamba, vantandosi di essere uscito vittorioso dalla vicenda. "Ho deciso di scrivere il mio libro per testimoniare la verità. Non mi sono mai arresa, perché non si può uccidere la verità".

Nel 2023 ha debuttato su Netflix 'Il Principe', la docu-serie sull'omicidio Hamer: "Un eccellente lavoro quello di Beatrice Borromeo - spiega Birgit Hamer - e sono contenta sia uscito quando quella persona era ancora in vita". Quando le viene chiesto se intende dire qualcosa ai parenti di Vittorio Emanuele, Birgit risponde: "Non me la sento di dire nulla a questa famiglia, mi dispiace che questa figura abbia rovinato la vita non solo alla nostra famiglia ma anche alla sua. Mi auguro che si sia pentito prima di morire. Noi non abbiamo mai sentito una sola parola di dispiacere o di pentimento da parte sua. Niente". (di Antonio Atte)

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