"La buona notizia - scrivono - è che esiste una terapia per curarla, quando diagnosticata precocemente: infusione di immunoglobuline ed anticoagulanti non eparinici. Il gruppo di esperti in coagulazione, diretti dalla professoressa Rossella Marcucci dell'Università di Firenze, ha identificato uno dei primi casi italiani di Vitt grazie a particolari saggi di attivazione piastrinica sviluppati appositamente, che hanno permesso di mettere a punto la strategia terapeutica di elezione. E' ora necessario che gli ospedali ricevano indicazioni precise su come riconoscere e trattare questa sindrome e che i medici vaccinatori siano allertati ed informati per incoraggiare i soggetti vaccinati a chiedere assistenza medica se dovessero insorgere i sintomi caratteristici. Solo così si potrà trattare tempestivamente la possibile trombosi post-vaccino".
Essendo sia il vaccino J&J che quello AstraZeneca "basati su vettore adenovirale, è probabile che queste gravi reazioni siano dovute a componenti comuni ai due vaccini. Nell'attesa di conferme, la limitazione d'età dovrebbe essere estesa a Johnson & Johnson", concludono.