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Tangenti, arrestata Lara Comi

Domiciliari per l'ex eurodeputata di Forza Italia nella seconda fase dell'inchiesta 'Mensa dei poveri'. Carcere per il dirigente Afol Giuseppe Zingale e domiciliari per l'ad di Tigros, Paolo Orrigoni. Comi intercettata: "Dirò che non ho preso 17 mila euro". "Esperienza criminale non comune", ecco il testo dell'ordinanza. Il legale dell'ex parlamentare: "Salute genitori sua unica preoccupazione". "Comi pazza scatenata", il verbale di Caianiello

(Fotogramma)
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14 novembre 2019 | 08.26
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Ai domiciliari l'ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi. Tre le misure cautelari, di cui una in carcere, applicate dai finanzieri del Nucleo Polizia economico-finanziaria di Milano e della compagnia Busto Arsizio in seguito all'esecuzione di un'ordinanza del gip di Milano per la seconda fase dell'inchiesta 'Mensa dei poveri'. Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa. Oltre a Comi, ai domiciliari è finito Paolo Orrigoni l'amministratore delegato della catena di supermercati Tigros, mentre si sono aperte le porte del carcere per Giuseppe Zingale, già protagonista nella prima parte dell'indagine e che continua a ricoprire la carica di direttore generale di Afol, azienda accredita presso Regione Lombardia per i servizi di formazione e lavoro.

Per Comi, Orrigone e Zingale previsti per lunedì 18 novembre gli interrogatori di garanzia. Il gip dovrebbe procedere prima all'interrogatorio di Zingale, quindi a quelli di Comi e Orrigoni che dovrebbero tenersi al settimo piano del palazzo di giustizia a Milano.

In particolare tra gli episodi contestati a Comi risulta, a dire dell'accusa, un finanziamento illecito erogato dall'imprenditore bresciano Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, indagato nei mesi scorsi. Le misure cautelari di oggi, firmate dal gip di Milano Raffaella Mascarino, sono il secondo filone dell'inchiesta 'Mensa dei poveri' che lo scorso 7 maggio ha coinvolto 43 persone, tra cui altri esponenti politici. In particolare questa parte dell’indagine riguarda le modalità con cui l'imprenditore varesino si sarebbe attivato per il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, per potervi costruire un’attività̀ commerciale; di come professionisti e imprese abbiano ottenuto fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di una parte dell'incasso.

Non solo: nell'indagine milanese si contesta anche la truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento europeo, creando così 'provviste' di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota del corrispettivo liquidato. Tra i reati contestati anche l'emissione di fatture false.

L'ORDINANZA - "Nonostante la giovane età - sostiene il gip di Milano, Raffaella Mascarino, nell'ordinanza con cui ha applicato la richiesta di arresti domiciliari - Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel far ricorso ai diversi collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche, all'incameramento di finanziamenti illeciti". Il tutto, secondo il gip, "attraverso la retrodatazione di quota parte degli esborsi erogati per lo svolgimento di consulenze, attraverso l'ingiustificato aumento di emolumenti di cui chiede il rimborso all'ente di appartenenza, attraverso la predisposizione di consulenze fittizie attraverso la cui remunerazione mascherare l'ottenimento di finanziamenti illeciti".

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La misura degli arresti domiciliari per l'ex eurodeputata azzurra risulta idonea per il gip rispetto ai reati contestati, vista la "refrattarietà dimostrata dalla Comi in merito al rispetto delle regole". Inoltre Comi potrebbe ripetere le condotte che le vengono contestate "in una pluralità di scenari che non presuppongono necessariamente l'attuale copertura di una pubblica funzione".

Comi, sostiene il gip, avrebbe inoltre mostrato una "peculiare abilità" nello "sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre dal munus publicum di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità". Per Mascarino i reati contestati agli indagati - tra cui truffa ai danni del parlamento europeo e finanziamento illecito - evidenziano "un quadro di grave allarme sociale". Gli indagati con "spregiudicatezza e disinvoltura" avrebbero agito con l'obiettivo di "beneficiare di favori in ragione della funzione pubblica esercitata o del sistema di relazioni ad essa funzionali, con conseguente sviamento dei poteri pubblici conferiti in favore del soddisfacimento di interessi personali".

Secondo gli investigatori, l'ex parlamentare sapeva di essere nel mirino degli inquirenti e di poter essere indagata. In una conversazione intercettata cerca di concordare versioni da fornire a giornalisti e magistrati. "Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l'accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono...", dice rivolgendosi a Maria Teresa Bergamaschi (LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO).

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