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"Su Open Arms condizioni estreme", la relazione del pm

"Rischio collettivo e individuale", le parole del consulente nel provvedimento di sequestro della nave a firma di Patronaggio visionato da Adnkronos. La nave è diretta a Porto Empedocle

(Fotogramma)
(Fotogramma)
21 agosto 2019 | 10.13
LETTURA: 3 minuti

di Elvira Terranova
Le "funzioni psichiche" dei migranti che ieri erano sulla nave Open Arms, dopo che una quindicina di naufraghi si è gettata in acqua rischiando di morire, erano "fortemente sollecitate da condizioni emozionali estreme". E' quanto scrive la psicologa nella relazione della Procura di Agrigento, dopo l'ispezione eseguita sulla Open Arms. La relazione è finita nel provvedimento di sequestro a firma del Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Il magistrato, dopo l'emergenzaa bordo, a causa delle persone che si sono gettate in acqua anche senza salvagente, ieri mattina, ha deciso di andare d'urgenza in elicottero a Lampedusa per tentare di riportare la calma a bordo. Lo stesso magistrato ha parlato di una "situazione esplosiva" prima di partire da Agrigento.

Patronaggio era accompagnato da due medici, due consulenti della Procura, tra cui una psicologa, che ha avuto modo di vedere e parlare per quasi due ore con i migranti a bordo. Il consulente tecnico nella relazione, che l'Adnkronos ha visionato, parla di "un clima di altissima espressione", dove "la percezione di 'morte' rispetto a un eventuale rimpatrio e la speranza di 'vita', anche affrontando a nuoto lo specchio di mare che li separa dall'isola di Lampedusa".

"Lo stesso pomeriggio del 20 si concludevano le operazioni di ispezione e i CT fornivano una prima risposta ai quesiti loro demandati secondo cui le condizioni complessivamente in atto sono quelle di un centinaio di soggetti le cui funzioni psichiche sono fortemente sollecitate da condizioni emozionali estreme in un clima di altissima espressione - si legge nella relazione della Procura - dove la percezione di 'morte' rispetto a un eventuale rimpatrio e la speranza di 'vita', anche affrontando a nuoto lo specchio di mare che li separa dall'isola di Lampedusa, non lascia più possibilità di valutazione del rischio individuale e collettivo, né, da parte di terzi, la possibilità di arginare o contenere una ulteriore estensione di situazione psicopatologiche di 'dissociazione nevrotica e/o psicotica".

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