Si può chiamare Ken un figlio bello e biondo? Si può replicare il nome del padre aggiungendo Junior? Ecco cosa dice la legge
E' possibile dare ai figli qualsiasi nome? No, esistono dei nomi vietati per legge. In Italia ad esempio un genitore è libero di chiamare la propria figlia Laura, purché questo nome non si abbini a 'Palmer'. Sì, proprio come lei, come la Laura Palmer della fortunata serie televisiva 'I segreti di Twin Peaks': in Comune chiederebbero al papà e alla mamma 'l’opzione B' si legge su laleggepertutti.it. Le generalità della liceale sedicenne dall’insospettabile doppia vita, creata da Mark Frost e David Lynch e interpretata da Sheryl Lee, figura nella lista nera dei nomi da dare alle bambine.
In alcuni casi, il divieto di mettere nella carta d’identità di un figlio un determinato nome può apparire evidente: chiamarlo Adolfo va bene, Adolf Hitler è vietato (fosse anche in una sola parola). Ma, giusto per restare nell’esempio di prima, perché Laura Palmer no? E perché si può chiamare un bambino Antonio Maria Giuseppe e non Pietro Antonio Maria Giuseppe? Lo vedremo tra poco, scorrendo i nomi vietati in Italia.
Nomi dei parenti
A differenza di altri Paesi, anche europei (la Spagna è l’esempio più noto) in Italia esiste di norma un solo cognome. In qualche raro caso, ne viene adottato un secondo: si pensi, ad esempio, alla moglie che prende il cognome del marito senza rinunciare al suo. Oppure a chi appartiene a una di quelle famiglie di nobili in cui, per contenere le intere generalità, i biglietti da visita devono stamparli in formato A4.
La stragrande maggioranza degli italiani, però, ha un solo cognome. E per evitare omonimie che all’inizio possono far sorridere ma che nel tempo possono diventare un problema (con il Fisco, tanto per citarne uno) è vietato chiamare il figlio con il nome del padre o di un fratello oppure la figlia con il nome della madre o di una sorella.
Al bando anche l’abitudine che hanno in Brasile o negli Stati Uniti di aggirare il problema dell’omonimia aggiungendo al figlio il nome 'Junior'. Quindi, Mario Rossi non potrà chiamare il suo bambino con il nome Mario Jr. ma dovrà scegliere un’alternativa.
Vietato, per evidenti motivi, chiamare i maschi con nomi prevalentemente femminili e viceversa (Andrea può essere una rara eccezione). A meno che ne vengano scelti due, ad esempio Gian Maria. Vietato, infine, utilizzare i cognomi al posto dei nomi. Ma solo per evitare inutili confusioni.
Nomi di personaggi storici
Decidere per legge quale personaggio della storia debba essere rimosso dall’anagrafe può essere complicato, visto che ciascuno è libero di pensarla come vuole. Tuttavia, ci sono dei casi tra i personaggi storici in cui si può creare qualche problema al bambino a cui si «condanna» a vita a portare determinate generalità. È per questo che sono assolutamente vietate combinazioni come Benito Mussolini, Adolf Hitler, 'Josif Vissarionovich Stalin' e 'Osama Bin Laden', tanto per citarne alcune. Basti pensare al momento dell’appello a scuola per capire il motivo del divieto.
Nomi di personaggi della letteratura o del cinema
Tende sempre a proteggere il diretto interessato il divieto di chiamare i figli con nomi di opere letterarie o di grandi successi del film come Conte Dracula o Moby Dick. Lo stesso vale per altri personaggi come Madame Bovary o Grande Gatsby. In campo musicale, sarebbe un problema presentarsi all’anagrafe dicendo di voler chiamare la bambina Madame Butterfly. Nulla vieta, invece, di scegliere il nome Aida, anche se non ha nulla a che fare con l’Egitto. Per quanto riguarda il cinema, invece, non vengono accettate combinazioni come Hannibal Lecter, Erin Brockovich, Joey Tribbiani, Stanis Larochelle o Walter White. O, appunto, come la nostra cara Laura Palmer. Troppo ingombranti da portare.
Vietati anche i nomi di:
Ajeje Brazorf, il personaggio creato dal trio Aldo, Giovanni e Giacomo;
Satana;
personaggi di fantasia come Ken, Pollon, Doraemon, Pokémon.
C’è anche chi ha provato a chiamare la propria figlia (o forse il figlio?) Ikea: è vietato.
Nomi e abbinamenti ridicoli
Qui si apre un mondo. Ci sono dei genitori che per il più recondito motivo scelgono per i propri figli dei nomi che, abbinati al cognome, creano a dir poco ilarità. Prima si diceva che chiamare un bambino Moby Dick comporterebbe per lui più di un imbarazzo. Ma come dovrebbe sentirsi chi si chiama Angelo Didìo o Perla Miseria?
L’anagrafe può respingere determinati abbinamenti, quando manca il buon senso dei genitori (c’è sempre la possibilità di riparare cambiando le proprie generalità). Sono assolutamente vietati anche i nomi che possono far venire in mente qualche ingiuria, un handicap, un soprannome, una disgrazia.
Va ricordato, infine, che esiste un massimo di nomi da dare a un bambino: tre sono più che sufficienti. Anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, ne verrà utilizzato soltanto uno. E per di più abbreviato.