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Roma: insulti razzisti su Fb a Dijana Pavlovic, 'spero che ti stuprino'

L'attivista della "Federazione rom e sinti insieme" all'Adnkronos: "Nei campi nomadi si è diffuso il terrore"

Gli insulti su Facebook
Gli insulti su Facebook
28 maggio 2015 | 16.13
LETTURA: 4 minuti

Insulti pesantissimi su Facebook rivolti all'attrice e attivista rom Dijana Pavlovic , vicepresidente della 'Federazione Rom e Sinti insieme', il giorno dopo l'incidente a Roma, per il quale è stata arrestata una 17enne del campo nomadi della Monachina. "Da questa mattina continuo a ricevere decine di messaggi con insulti razzisti", spiega Pavlovic all'Adnkronos. Oltre a quelli apparsi sulla bacheca, "con foto dei roghi e invocazione delle ruspe per i campi nomadi", tantissimi quelli privati nei quali si legge: "zoccola di merda, spero che ti stuprino" e ancora, "i tuoi amici rom hanno investito sette persone", "siete la merda della società", "puttana bastarda".

"Nei campi, da ieri, si è diffuso il terrore. Con questo clima -continua Pavlovic- il rischio che si ripetano episodi di violenza e rappresaglia contro di noi è altissimo. La strumentalizzazione politica è paurosa, è già accaduto che questo sia stato causa di incidenti gravi, come successo in passato a Ponticelli o a Torino".

E al leader leghista Matteo Salvini che su Facebook aveva commentando l'incidente di ieri, evocando per l'ennesima volta le ruspe contro gli insediamenti delle comunità nomadi, Pavlovic replica: "I campi rom non li abbiamo inventati noi, sono stati pensati per tenerci reclusi per decenni. Ora ci dicono grazie e arrivederci? E' completamente assurdo".

"Si cerca come al solito di criminalizzare un popolo intero per un singolo fatto", prosegue Pavlovic che proprio oggi ha annunciato la querela nei confronti dell'esponente leghista Gianluca Buonanno per le offese che l'europarlamentare aveva rivolto all'attrice nel corso di una trasmissione televisiva.

"La legge è uguale per tutti -continua- e tutti devono rispettarla ma al di là della ferma e più assoluta condanna nei confronti di chiunque abbia commesso questo crimine", quello che emerge è che c'è "l'intenzione di massacrare un popolo intero per un fatto commesso da qualcuno. Nessuno vuole fare finta che non ci sia la criminalità nei campi nomadi, ma se ci sono dei responsabili per dei singoli crimini, bisogna che ci sia la volontà di identificarli e arrestarli".

Una volontà, continua l'attrice, che in molti casi sembra invece mancare: "E' una cosa che ho vissuto sulla mia pelle quando, assieme ad altre persone, ho denunciato la presenza di un pericoloso latitante in un campo, che terrorizzava gli abitanti senza che nessuno si facesse nulla per un anno e mezzo. A volte -conclude- mi chiedo perché non si intervenga, visto che è assolutamente falso che la polizia non possa entrare nei campi".

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