Per il 30enne le due bustine trovate nello zaino non sarebbero servite per uccidere la compagna. Procura chiederà rito immediato
Due bustine di veleno per topi sono state trovate nello zaino di Alessandro Impagnatiello, ma per il 30enne barman quel prodotto, poco e mai trovato nell'abitazione di Senago, non sarebbe servito per uccidere la compagna Giulia Tramontano, ma sarebbe servito "a lavoro", in zona avrebbe notato infatti dei roditori. Una dichiarazione che il reo confesso ha reso agli investigatori dopo che nel suo computer è stata trovata una ricerca con le parole 'veleno topi umano' risalente a 5-6 giorni prima dell'omicidio di sabato 27 maggio.
La procura di Milano è orientata a chiedere il processo con rito immediato per Impagnatiello, accusato dell'omicidio della compagna Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa a coltellate nel suo appartamento a Senago. Una volta raccolti tutti gli elementi la procura potrà nuovamente contestare la premeditazione, esclusa dal gip Angela Minerva. Il termine per richiedere l'immediato è di sei mesi dalla misura cautelare.
Un "maniaco" della pulizia, ossessionato dall'ordine. E' questo un altro aspetto che emerge dalle indagini su Impagnatiello. Con il passare delle ore il quadro su quanto accaduto nell'appartamento di via Novella la sera di sabato 27 maggio appare sempre più chiaro e la confessione prende forma anche nei riscontri tecnico-scientifici.
L'uomo ha ucciso la compagna nel salone, dove il luminol ha rilevato le tracce di sangue più evidenti, quindi ha adagiato il corpo nella vasca da bagno dove ha tentato di darle fuoco con dell'alcol. La ricerca via web 'ceramica bruciata vasca da bagno' fatta il sabato sera alle 19, circa un'ora prima del delitto, è un elemento che indica, a dire della procura, la premeditazione.
Quell'"ossessione" per la pulizia il 30enne l'avrebbe messa in atto ripulendo le scale, alcuni raccontano di aver sentito rumori sordi che avvalorano l'ipotesi che l'abbia trascinata da solo, quindi avrebbe lustrato l'appartamento da cima a fondo. Una "cura maniacale" che è balzata agli occhi dei carabinieri che sono entrati in casa alla ricerca di tracce e del coltello usato per uccidere Giulia.
Elementi che, insieme ai tempi, sembrano escludere l'ipotesi che qualcuno abbia potuto aiutarlo. "L'omicidio l'ha fatto tutto da solo e sul resto, ossia l'ipotesi che qualcuno possa averlo aiutato a nascondere il corpo o a ripulire non ci sono elementi, nessun riscontro. Possiamo dire che il caso è chiuso" fanno sapere dalla procura.
Una fiaccolata in memoria di Giulia si è svolta stasera a Roma. 'Se usi la violenza ed uccidi una donna non sei un uomo ma un vigliacco assassino', recitava uno dei cartelloni esposti durante la manifestazione che si è posta come obiettivo la richiesta di una certezza della pena per chi commette crimini efferati. Una cinquantina i manifestanti, che si sono stretti in un abbraccio caloroso attorno alla famiglia dell'ennesima vittima di femminicidio in Italia.