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Fondi pubblici distratti, arresti e sequestri

Coinvolto anche dirigente Mise, ai domiciliari dirigente della Polizia Penitenziaria. Il gip di Roma nell'ordinanza: "Come topi intorno al formaggio"

Fondi pubblici distratti, arresti e sequestri
06 luglio 2020 | 10.13
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Fondi pubblici distratti e associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al trasferimento fraudolento di valori. I carabinieri del comando Provinciale di Roma hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip su richiesta della Procura della capitale, nei confronti di 28 persone indagate, a diverso titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio ed al trasferimento fraudolento di valori, di traffico d’influenze in concorso con l’aggravante della qualifica di pubblico ufficiale, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, emissione di fatture per operazioni inesistenti, malversazione a danno dello Stato in concorso, truffa aggravata, millantato credito aggravato in concorso.

Il gip di Roma nell'ordinanza: "Come topi intorno al formaggio"

Tra i destinatari delle due ordinanze di custodia cautelare c'è anche un dirigente della Polizia Penitenziaria in servizio alla Direzione Generale della Formazione.

Il primo provvedimento restrittivo si basa sui risultati acquisiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nell’ambito di un’indagine che ha consentito di accertare l’operatività di 9 indagati, tra i quali un dirigente del Mise e un commercialista, i quali hanno operato per far ottenere o agevolare l’indebita percezione di finanziamenti pubblici erogati dal ministero dello Sviluppo Economico, che, una volta ottenuti, sono stati distratti anziché essere utilizzati per il loro originario scopo. Lo schema utilizzato era sempre lo stesso: grazie all’opera di alcuni degli indagati, venivano individuate delle società operanti in svariati settori, dall’attività logistica e di facchinaggio, alla trasmissione e diffusione di programmi radio-televisivi, le quali, grazie all’opera del commercialista, avanzavano al Ministero dello Sviluppo Economico le richieste di finanziamento, a questo punto entrava in campo il dirigente del Dicastero, deputato a caldeggiare le istanze e a far ottenere il denaro.

I conti correnti delle società, tuttavia, una volta ricevuti i fondi, venivano svuotati nel giro di pochi giorni ed il denaro confluiva sui conti correnti degli indagati o di persone a loro vicine. Tra novembre 2018 e settembre 2019, grazie a tali attività, sono state erogate somme per circa 1.500.000 a tre diverse società.

Inoltre, nel corso delle indagini è stata documentata l’illecita attività di un dirigente della Polizia Penitenziaria in servizio alla Direzione Generale della Formazione, anche lui sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, il quale, anche in concorso con soggetti interessati ai finanziamenti pubblici, dietro compensi oscillanti tra i 2000 e i 37000 euro, vantando conoscenze presso il ministero della Giustizia e altre amministrazioni, prometteva l’assunzione di diversi soggetti nella P.A.

L’indagine svolta dal Nucleo Investigativo ha avuto origine da una diversa attività, svolta dalla compagnia carabinieri di Subiaco, che ha portato, sempre nella mattinata, all’esecuzione di una ulteriore ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della Procura della capitale nei confronti di 19 persone. I militari, dopo aver riscontrato un radicale cambiamento del tenore di vita di un pregiudicato locale, hanno iniziato la loro opera di approfondimento investigativo, accertando l’esistenza di un sodalizio criminale, con base operativa a Roma che, mediante la costituzione di società fittizie intestate a compiacenti prestanome, emetteva documenti fiscali per operazioni inesistenti, per riciclare denaro provento da altre società attive e commettere reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Inoltre, le indagini hanno consentito di individuare una società di import\export di bevande alcoliche, grazie alla quale veniva dichiarata l’importazione in Italia di tali bevande, che in realtà venivano vendute clandestinamente in altri Paesi europei, omettendo di versare le accise dovute all’erario, con un’evasione pari a 438.000 euro, nel periodo maggio-agosto 2018. I carabinieri hanno sequestrato 25 immobili, 290 conti correnti e partecipazioni societarie, per un valore complessivo di oltre 5.000.000 di euro. I 28 provvedimenti cautelari sono stati notificati agli indagati, dei quali 12 sono stati portati presso il carcere di Regina Coeli, mentre gli altri 16 sono stati trasferiti presso le loro abitazioni a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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